Elogio della Follia – III

La folía. Atrium Musicae de Madrid, dir. Gregório Paniagua.

  1. Fons vitae
    Dementia praecox angelorum
    Supra solfamirevt

  2. Extravagans
    Laurea minima
    In vitro

  3. Oratio pro-folia
    Fama volat
    Citrus – Hesperides

  4. Principalis . Fermescens
    Indica exacta
    Adverso flumine

  5. Parsimonia aristocraciae

  6. Subtilis
    De profundis – Extra muros

  7. Vulgaris – Sine populi notione
    Vagula et blandula

  8. Nordica et desolata
    Aurea mediocritas

  9. Nobilissima
    Degradans et corruptae

  10. De pastoribus
    Mathematica dies irae
    Crepuscularis
    Sine nomine
    Tristis est anima mea
    Equites fortis armaturae
    Audaces fortuna juvat
    Sine praeputium
    Ecclesiastica

  11. Theatralis et hipocritae
    Ruralis
    Alter indica perfecta

  12. De tolerentia aetherea
    Fuga ficta et carrus triumphalis

« I compositori che nel corso dei secoli diedero una propria interpretazione del tema della Folía non sempre si resero conto di quello che stavano facendo. Maturano come l’albero che non conosce la fretta, assorbono tutta la linfa vitale e accolgono con gioia i primi ardori della primavera, senza farsi sfiorare dal pensiero che potrebbero anche non vedere quella dell’anno successivo. Con l’arrivo della primavera sopraggiunge un dolce languore, come se davanti a loro si estendesse tutta l’eternità. A quel punto possono amare la loro Folía e la loro solitudine, rivestendo queste sensazioni di musica di rara bellezza » (Gregório Paniagua).

Un pensiero affettuoso per Luisa Zambrotta, che mi ha suggerito l’idea di creare questa pagina pubblicando una propria poesia dedicata al Cane di Goya.

Suite española – I

È nota come Suite española una selezione di composizioni chitarristiche di Gaspar Sanz (alias Francisco Bartolomé Sanz Celma; 4 aprile 1640 - 1710) adattate per la chitarra moderna da Narciso Yepes, che qui la esegue.

  1. Españoletas
  2. Gallarda y Villano
  3. Danza de las Hachas
  4. Rujero y Paradetas
  5. Zarabanda al ayre español
  6. Passacalle de la Cavalleria de Napoles
  7. Folias
  8. La Miñona de Cataluña
  9. Canarios

Elogio della Follia – II

Arcangelo Corelli (1653 - 1713): Sonata per violino e basso in re minore op. 5 n. 12, La Follia (1700). Fabio Paggioro, violino; Massimiliano Ferrati, pianoforte.


Marin Marais (1656 - 1728): Couplets de folies per viola da gamba e basso (1701). La Spagna: Alejandro Marías, viola da gamba solista; Pablo Garrido, viola da gamba per il basso continuo; Juan Carlos de Mulder, tiorba; Ramiro Morales, chitarra barocca; Jorge López-Escribano, clavicembalo.


Reinhard Keiser (9 gennaio 1674 - 1739): Ouverture per il Singspiel Der lächerliche Prinz Jodelet (1726). Das Lausitzer Barockensemble.


E ora, una lectio magistralis di Francesco Di Fortunato:


Greensleeves – XVI

Diego Ortiz (c1510 - c1570): Recercada quinta sobre el passamezzo antiguo: Zarabanda, dal Tratado de glosas (trattato sulle variazioni, 1553). Hespèrion XXI, dir. e viola da gamba Jordi Savall.


Diego Ortiz: Recercada VII sobre la romanesca. Stessi interpreti.

Forse, ascoltando queste recercadas vi sarà venuta in mente Greensleeves: una ragione c’è, ora vedremo di che si tratta.
Passamezzo e romanesca sono danze in voga nel Cinquecento e nei primi anni del secolo successivo. Il passamezzo, di origine italiana, ha andamento lievemente mosso e ritmo binario; sotto il profilo coreutico è molto affine alla pavana, tanto che non di rado, all’epoca, viene con questa identificato: nell’Orchésographie (1588), Thoinot Arbeau scrive che il passamezzo è «une pavane moins pesamment et d’une mesure plus légière». La musica del passamezzo si fonda sopra uno schema armonico caratteristico, non molto dissimile da quello della follia; i musicisti europei tardorinascimentali se ne innamorano e l’impiegano quale base di serie di variazioni e di composizioni vocali: fra gli esempi più celebri vi sono The Oak and the Ash e, appunto, Greensleeves.
Intorno alla metà del Cinquecento, lo schema armonico del passamezzo dà origine a una variante destinata a avere altrettanta fortuna: viene chiamata passamezzo moderno per distinguerla dall’altra, detta conseguentemente passamezzo antico. Nella seconda parte del secolo, a fianco di passamezzo antico e passamezzo moderno entrano nell’uso altre formule armoniche stilizzate, come per esempio quella detta romanesca, dal nome di una danza affine alla gagliarda, di origine forse italiana o forse spagnola. Lo schema della romanesca è quasi identico a quello del passamezzo antico, da cui differisce solo per l’accordo iniziale.
La più antica versione nota di Greensleeves, che risale agli anni ’80 del XVI secolo, si fonda sul passamezzo antico, ma nel volgere di breve tempo viene soppiantata da una variante che adotta il basso della romanesca. Quasi certamente è quest’ultima la ver­sione conosciuta da Shakespeare, il quale per due volte fa riferimento alla «melodia di Greensleeves» nella commedia Le allegre comari di Windsor (ce ne occuperemo presto). La versione originale, identificata nell’Ottocento dal musicografo inglese William Chappell (cui si deve la raccolta Popular Music of the Olden Time, 1855-59), è oggi la più nota e diffusa.

Listening to these recercadas, perhaps Greensleeves will have come to your mind: there’s a reason, now we’ll see what it’s about.
Passamezzo and romanesca were popular dances in the sixteenth and early seventeenth centuries. The passamezzo has Italian origins, slightly fast movement and binary rhythm; the dance is very similar to the pavana, so that in 16th century it was often identified with it: in his treatise Orchésographie (1588) Thoinot Arbeau asserts that the passamezzo is «une pavane moins pesamment et d’une mesure plus légière». The music of the passamezzo is based on a characteristic harmonic pattern, similar to that of the follia; late Renaissance European musicians fell in love with it and used it as a ground for sets of variations and for singing poetry: among the most famous examples are The Oak and the Ash and, precisely, Greensleeves.
Around the middle of the sixteenth century, the harmonic formula of the passamezzo gave rise to a variant that was equally successful: it was called passamezzo moderno to distinguish it from the other, consequently called passamezzo antico. During the second half of the century, alongside the passamezzo antico and moderno, other stylized harmonic formulas came into use, such as for example the romanesca, which took its name from a dance similar to the gagliarda, of Italian or perhaps Spanish origin. The pattern of the romanesca is almost identical to that of the passamezzo antico, from which it differs only in the first chord.
The earliest known version of Greensleeves, dating from about 1580, is based on the passamezzo antico ground, but was soon superseded by a variant adopting the harmonic formula of the romanesca. The latter is almost certainly the version known from Shakespeare, who refers twice to «the tune of Greensleeves» in the play The Merry Wives of Windsor (which we will deal with soon). The original version, identified in the 19th century by the English musicographer William Chappell (who published the collection Popular Music of the Olden Time, 1855-59), is today the best known and most widespread.

Elogio della Follia – I

Antonio Martín y Coll (? - c1734): Diferencias sobre las folias. Jordi Savall e Hespèrion XXI.


Giovanni Girolamo Kapsberger (c1580 - 1651): 19 Partite sopra la Folia. Sandro Volta, chitarrone.


Don Gregorio Paniagua Rodríguez: Fons vitae. Dementia praecox angelorum. Supra solfamireut (1982). Gregorio Paniagua e Atrium Musicae de Madrid.


Vangelis (Evangelos Odysseas Papathanassiou; 1943 - 2022): «Conquest of Paradise», dalla colonna sonora del film 1492 – La conquista del paradiso (1492: Conquest of Paradise) diretto nel 1992 da Ridley Scott.
Anche il brano da Vangelis, come le altre composizioni di cui propongo l’ascolto in questa pagina, si fonda sulla Follia, un antico tema musicale (si ritiene che abbia origini portoghesi risalenti al XVI secolo) che nel corso del periodo barocco fu rielaborato da numerosi compositori europei, da Frescobaldi a Corelli, da Lully a Marais, da Alessandro Scarlatti a Vivaldi, da Johann Sebastian Bach (nella Bauernkantate BWV 212) al figlio di questi Carl Philipp Emanuel.