Un omaggio di Rimskij-Korsakov a Beethoven

Nikolaj Andreevič Rimskij-Korsakov (1844 - 21 giugno 1908): Quintetto in si bemolle maggiore per flauto, clarinetto, fagotto, corno e pianoforte (1876). Les Vents Français: Emmanuel Pahud, flauto; Paul Meyer, clarinetto; Gilbert Audin, fagotto; Radovan Vlatković, corno; Eric Le Sage, pianoforte.

  1. Allegro con brio
  2. Andante
  3. Rondò: Allegretto

Nel repertorio di composizioni da camera per strumenti a fiato ho trovato diverse cose preziose, come l’Ottetto op. 103 di Beethoven, la Serenata op. 44 di Dvořák, quella op. 7 di Richard Strauss e molto altro. Il Quintetto di Rimskij-Korsakov non sarà forse un capolavoro, ma a me è par­ti­co­lar­mente caro. L’autore affermò di aver composto il I movimento «nello stile classico di Beethoven»; in realtà l’omaggio al Maestro di Bonn non si limita all’imitazione dello stile beethoveniano né alla mera adozione di uno schema strutturale. Ascoltate con attenzione i due temi, adeguatamente contrastanti l’uno con l’altro, e scoprirete che sono direttamente ispirati dalla Nona Sinfonia: l’uno scaturisce da un motivo del primo tema del I movimento, l’altro è una sorta di parafrasi dell’inno Alla Gioia.

Allegro poco vivo

Antonín Reicha (26 febbraio 1770 - 1836): Quintetto in mi mag­gio­re per corno e quartetto d’archi op. 106 (1807). Vladimira Klánská, corno; membri del České noneto.

  1. Allegro ma non troppo
  2. Air: Lento [11:26]
  3. Menuetto: Allegro poco vivo [17:36]
  4. Finale: Allegro assai [21:51]

Concerto per corno e archi

Jan Křtitel Jiří Neruda (Johann Baptist Georg Neruda; c1711 - 11 ottobre 1776): Concerto in mi bemolle maggiore per corno e archi. Miroslavo Petkov, tromba; Orchestra del Festival di Ernen (Vallese, Svizzera), maestro concertatore Daniel Bard.

  1. Allegro
  2. Largo [5:30]
  3. Vivace [10:30]

Vino vecchio in bottiglie nuove

Gordon Jacob (5 luglio 1895 - 1984): Old Wine in New Bottles per 2 flauti, 2 oboi, 2 clarinetti, 2 fagotti, 2 corni e 2 trombe (1959). US Air Force Air Combat Command Heritage of America Band, dir. Lowell E. Graham.

  1. The Wraggle Taggle Gipsies
  2. The Three Ravens
  3. Begone, Dull Care
  4. Early One Morning

Shine

Robert Paterson (29 aprile 1970): Shine per quintetto di ottoni (2015). Atlantic Brass Quintet: Thomas Bergeron e Tim Leopold, trombe; Seth Orgel, corno; Tim Albright, trombone; John Manning, tuba.

  1. Ringing Brass Bells
  2. Quicksilver [5:36]
  3. Veins Of Gold [10:12]
  4. Bright Blue Steel [15:38]

RP

Concerto per violino, corno e orchestra

Dame Ethel Smyth (23 aprile 1858 - 1944): Concerto in la maggiore per violino, corno e orchestra (1927). Saschko Grawiloff, violino; Marie Luise Neunecker, corno; NDR Radiophilharmonie, dir. Uri Mayer.

  1. Allegro moderato
  2. Elegy (in memoriam): Adagio [9:38]
  3. Finale: Allegro [15:38]

Grande Symphonie de salon

Antonín Reicha (26 febbraio 1770 - 1836): Grande Symphonie de salon n. 1 in re minore-maggiore per 9 strumenti solisti (oboe, clarinetto, fagotto, corno, 2 violini, viola, violoncello e contrabbasso; 1825). Le Concert de la Loge, dir. Julien Chauvin.

  1. Adagio – Allegro
  2. Adagio [13:40]
  3. Minuetto: Allegro [20:53]
  4. Finale: Allegro vivace [24:52]

Allegro con moto

Heinrich Hofmann (13 gennaio 1842 - 1902): Ottetto per flauto, clarinetto, fagotto, corno, 2 violini, viola e violoncello op. 80 (1886). John Wion, flauto, e Bronx Arts Ensemble.

  1. Allegro molto
  2. Andante sostenuto [6:23]
  3. Gavotte: Allegro con moto [13:12]
  4. Moderato – Allegro vivo [17:14]

Un corno e l’altro

František Xaver Pokorný (20 dicembre 1729 - 1794): Concerto in fa maggiore per due corni e orchestra. Bedřich e Zdeněk Tylšar, corni; Capella Istropolitana, dir. František Vajnar.

  1. Allegro
  2. Larghetto poco andante [7:35]
  3. Finale: Presto assai [12:22]

Gruppen

Karlheinz Stockhausen (1928 - 5 dicembre 2007): Gruppen per 3 orchestre (1957). hr-Sinfonie­orchester e Ensemble Modern, dir. Matthias Pintscher, Lucas Vis e Paul Fitzsimon.

Stockhausen spiega: «Per “gruppo” si intende un numero determinato di suoni collegati secondo rapporti affini tra loro su un piano superiore di percezione, quello del gruppo appunto. I vari gruppi di una composizione si distinguono per diversi tipi di proporzioni, per diversa struttura, ma sono correlati fra loro nel senso che non è possibile comprendere le proprietà di un gruppo se non in rapporto al grado di affinità che queste presentano con le proprietà di altri gruppi».
Per l’esecuzione di Gruppen sono necessari 109 esecutori ripartiti in 3 orchestre pressappoco uguali ma distanziate: il suono, movendosi da un’orchestra all’altra, crea una musica «spaziale», non solo in senso visivo ma anche acustico e strutturale.

— Organico —
Orchestra 1:
1 flauto (anche ottavino)
1 flauto contralto
1 oboe
1 corno inglese
1 clarinetto
1 fagotto
2 corni
2 trombe
2 tromboni
1 bassotuba
4 percussionisti: 1 marimbaphone (5 ottave; oppure 4 ottave + xilofono per la 5a), 1 Glockenspiel, 5 campanacci da mucca (sospesi, senza battacchio), 1 tamtam grande, piatti piccoli, piatti medi, piatti grandi, 2 tamburi a fessura, 4 tomtom e/o tumba e bongo, 1 cassa rullante con cordiera, 1 tamburo basco
1 Glockenspiel a tastiera (o celesta)
1 arpa
10 violini
2 viole
4 violoncelli
2 contrabbassi

Orchestra 2:
2 flauti (il I anche ottavino)
1 oboe
1 clarinetto piccolo
1 sassofono contralto (anche clarinetto)
1 sassofono baritono
1 fagotto
3 corni
2 trombe
1 trombone tenor-basso
1 trombone basso
4 percussionisti: 1 vibrafono, 14 campane tubolari, 4 campanacci da mucca (sospesi, senza battacchio), 1 tam-tam medio, piatti piccoli, piatti medi, piatti grandi, 2 tamburi a fessura, 4 tomtom e/o tumba e bongo, 1 cassa rullante con cordiera, 1 tamburo basco, 1 raganella, 2 triangoli (acuto e grave)
1 pianoforte a coda senza coperchio
1 chitarra elettrica
8 violini
4 viole
2 violoncelli
2 contrabbassi

Orchestra 3:
1 flauto (anche ottavino)
1 oboe
1 corno inglese
1 clarinetto
1 clarinetto basso
1 fagotto
3 corni
2 trombe
2 tromboni
1 trombone contrabbasso (o bassotuba)
4 percussionisti: 1 xilorimba o marimbaphone (4 ottave), 4 campanacci da mucca (sospesi, senza battacchio), 1 tam-tam piccolo, piatti piccoli, piatti medi, piatti grandi, 2 tamburi a fessura, 4 tomtom e/o tumba e bongo, 1 cassa rullante con cordiera, 1 tamburo basco
1 celesta (5 ottave)
1 arpa
8 violini
4 viole
2 violoncelli
2 contrabbassi

Studio e esperienza mi hanno insegnato che la musica “nuova” ha sempre suscitato analoghe reazioni. La “seconda prattica” di Monteverdi fu ferocemente avversata dal teorico Artusi, una composizione oggi amatissima come la Sinfonia K 550 di Mozart fece inorridire i primi ascoltatori con le sue dissonanze inusitate, e così via. Per contro, quando ho occasione di parlare della complessità di un brano di Bach, quando spiego che cosa s’intende per contrappunto doppio o imitato, non di rado mi succede di vedere che le reazioni degli astanti rasentano l’incredulità, come se alla maggior parte delle persone risulti inverosimile che una composizione del passato possa essere tanto complessa, come se ciò che sembrava ormai acquisito fosse improvvisamente diventato incomprensibile. Oggi, come ai tempi di Monteverdi o a quelli di Mozart, per comprendere l’arte bisognerebbe prima capire le necessità dalle quali scaturisce. Si deve solo decidere se si ha voglia di farlo oppure no.

Grand Septuor

Ferdinand Ries (28 novembre 1784 - 1838): Settimino in mi bemolle maggiore per pianoforte, clarinetto, due corni, violino, violoncello e contrabbasso op. 25 (1808). Linos Ensemble.

  1. Adagio molto – Allegro molto con brio
  2. Marcia funebre [10:02]
  3. Scherzo: Allegro vivace [20:41]
  4. Rondò: Allegro [25:47]

Serenata – XI

Benjamin Britten (22 novembre 1913 - 1976): Serenade per tenore, corno e archi op. 31 (1943). Peter Pears, tenore; Dennis Brain, corno; BBC Symphony Orchestra, direttore John Hollingsworth.

  1. Prologue (assolo del corno)
  2. Pastoral [1:19]

    testo di Charles Cotton (1630-1687): quattro strofe da The Evening Quatrains

    The day’s grown old; the fainting sun
    Has but a little way to run,
    And yet his steeds, with all his skill,
    Scarce lug the chariot down the hill.

    The shadows now so long do grow,
    That brambles like tall cedars show;
    Mole hills seem mountains, and the ant
    Appears a monstrous elephant.

    A very little, little flock
    Shades thrice the ground that it would stock;
    Whilst the small stripling following them
    Appears a mighty Polypheme.

    And now on benches all are sat,
    In the cool air to sit and chat,
    Till Phoebus, dipping in the west,
    Shall lead the world the way to rest.


  3. Nocturne [5:16]

    testo di Alfred Tennyson (1809-1892): Blow, bugle, blow

    The splendour falls on castle walls
    And snowy summits old in story:
    The long light shakes across the lakes,
    And the wild cataract leaps in glory:
      Blow, bugle, blow, set the wild echoes flying,
      Bugle blow; answer, echoes, dying, dying, dying.

    O hark, O hear! how thin and clear,
    And thinner, clearer, farther going!
    O sweet and far from cliff and scar
    The horns of Elfland faintly blowing!
      Blow, let us hear the purple glens replying:
      Blow, bugle; answer, echoes, dying, dying, dying.

    O love, they die in yon rich sky,
    They faint on hill or field or river:
    Our echoes roll from soul to soul,
    And grow for ever and for ever.
      Blow, bugle, blow, set the wild echoes flying,
      And answer, echoes, answer, dying, dying, dying.


  4. Elegy [8:50]

    testo di William Blake (1757-1827): The Sick Rose)

    O Rose, thou art sick!
    The invisible worm,
    That flies in the night
    In the howling storm,
    Has found out thy bed
    Of crimson joy:
    And his dark, secret love
    Does thy life destroy.


  5. Dirge [13:43]

    testo di autore anonimo del secolo XV, noto come Lyke-Wake Dirge

    This ae nighte, this ae nighte,
    Every nighte and alle,
    Fire and fleet and candle‑lighte,
    And Christe receive thy saule.

    When thou from hence away art past,
    Every nighte and alle,
    To Whinny‑muir thou com’st at last;
    And Christe receive thy saule.

    If ever thou gavest hosen and shoon,
    Every nighte and alle,
    Sit thee down and put them on;
    And Christe receive thy saule.

    If hosen and shoon thou ne’er gav’st nane
    Every nighte and alle,
    The whinnes sall prick thee to the bare bane;
    And Christe receive thy saule.

    From Whinny‑muir when thou may’st pass,
    Every nighte and alle,
    To Brig o’ Dread thou com’st at last;
    And Christe receive thy saule.

    From Brig o’ Dread when thou may’st pass,
    Every nighte and alle,
    To Purgatory fire thou com’st at last;
    And Christe receive thy saule.

    If ever thou gavest meat or drink,
    Every nighte and alle,
    The fire sall never make thee shrink;
    And Christe receive thy saule.

    If meat or drink thou ne’er gav’st nane,
    Every nighte and alle,
    The fire will burn thee to the bare bane;
    And Christe receive thy saule.

    This ae nighte, this ae nighte,
    Every nighte and alle,
    Fire and fleet and candle‑lighte,
    And Christe receive thy saule.


  6. Hymn [17:42]

    testo di Ben Jonson (1572-1637): Hymn to Diana (dalla commedia satirica Cynthia’s Revels, or The Fountain of Self-Love, 1600)

    Queen and huntress, chaste and fair,
    Now the sun is laid to sleep,
    Seated in thy silver chair,
    State in wonted manner keep:
    Hesperus entreats thy light,
    Goddess excellently bright.

    Earth, let not thy envious shade
    Dare itself to interpose;
    Cynthia’s shining orb was made
    Heav’n to clear when day did close:
    Bless us then with wishèd sight,
    Goddess excellently bright.

    Lay thy bow of pearl apart,
    And thy crystal shining quiver;
    Give unto the flying hart
    Space to breathe, how short so-ever:
    Thou that mak’st a day of night,
    Goddess excellently bright.


  7. Sonnet [19:42]

    testo di John Keats (1795-1821): To Sleep

    O soft embalmer of the still midnight,
    Shutting, with careful fingers and benign,
    Our gloom‑pleas’d eyes, embower’d from the light,
    Enshaded in forgetfulness divine:

    O soothest Sleep! if so it please thee, close,
    In midst of this thine hymn my willing eyes.
    Or wait the «Amen» ere thy poppy throws
    Around my bed its lulling charities.

    Then save me, or the passèd day will shine
    Upon my pillow, breeding many woes,
    Save me from curious conscience, that still lords

    Its strength for darkness, burrowing like a mole;
    Turn the key deftly in the oilèd wards,
    And seal the hushèd casket of my Soul.

  8. Epilogue (replica del Prologue eseguita dietro le quinte)

 

Per uno e per quattro

Albert Lortzing (23 ottobre 1801 - 1851): Konzertstück in mi maggiore per corno e orchestra. Peter Damm, corno; Staatskapelle Dresden, dir. Siegfried Kurz.
Il brano, in un unico movimento, si articola nelle seguenti sezioni: Andante – Variazioni – Poco più lento – Allegretto – Tempo I – Allegretto – Cadenza – Tempo I.


Robert Schumann (1810 - 1956): Konzertstück per 4 corni e orchestra op. 86 (1849). Roger Montgomery, Gavin Edwards, Susan Dent e Robert Maskell, corni; Orchestre révolutionnaire et romantique, dir. John Eliot Gardiner.

Lebhaft – Romanze [7:03] – Sehr Lebhaft [12:01]

Serenata – VIII

Antonín Dvořák (8 settembre 1841 - 1904): Serenata in re minore per 10 strumenti a fiato (2 oboi, 2 clarinetti, 2 fagotti, controfagotto ad libitum e 3 corni), violoncello e contrabbasso op. 44 (1878). Membri dell’Orchester des Bayerischen Rundfuks, dir. Rafael Kubelík.

  1. Moderato, quasi marcia
  2. Minuetto [4:11]
  3. Andante con moto [10:49]
  4. Finale: Allegro molto [18:54]

Di sera, in montagna

Anton Bruckner (4 settembre 1824 - 1896): Abendzauber per tenore o baritono, coro maschile (TTBB), 3 Jodler (SSA) e 4 corni (a mo’ di corni delle Alpi), WAB 57 (1878); testo di Heinrich von der Mattig, ossia il medico militare Heinrich Wallmann (1827-1898). Christoph Prégardien, tenore; Camerata Musica Limburg, dir. Jan Schumacher.

Der See träumt zwischen Felsen,
Es flüstert sanft der Hain.
Den Bergeshang beleuchtet
Des Mondes Silberschein.

Und aus dem Waldesdunkel
Hallt Nachtigallensang,
Und von dem See weh’n Lieder
Mit zauberhaftem Klang.

Ich saß am Seegestade,
Vertieft in süßen Traum;
Da träumte ich zu schweben
Empor zum Himmelsraum.

Wer könnte je vergessen
Den wonnevollen Ort!
Noch tief im Herzen klingen
Die Zaubertöne fort.

(Il lago sogna fra le rocce, il bosco mormora dolcemente. La luce argentea della luna rischiara il pendio della montagna.
Dal buio della foresta risuona il canto dell’usignolo, il lago sussurra magiche melodie.
Seduto in riva al lago, assorto in dorate fantasie, sognavo di salire in paradiso.
Chi potrebbe mai dimenticare un luogo così delizioso! Suoni fatati riecheggiano ancora nel profondo del cuore.)

WAB 57

Concertino – VI

Leoš Janáček (3 luglio 1854 - 1928): Concertino per pianoforte, due violini, viola, clarinetto, corno e fagotto (1925). Quintetto di fiati «Claude Debussy» e altri.

Composto durante una visita a Hukvaldy, in Moravia, luogo natale e ritiro campestre di Janáček, il Concertino è, secondo le indicazioni dell’autore, una descrizione dei giochi di vari animali nel bosco: in una lettera datata 23 aprile 1925 Janáček parla di “uno scoiattolo, alcuni moscerini, un capriolo”, mentre in un articolo scritto qualche tempo dopo aggiunge alla lista un riccio e dei gufi. Gli animaletti sono raffigurati prima individualmente, poi nel terzo movimento compaiono insieme, e nel Finale tutti giocano, saltano e corrono con crescente vivacità.

Poulenc: Suite française

Francis Poulenc (1899 - 1963): Suite française d’après Claude Gervaise (1935), versione per pianoforte eseguita in concerto da Alicia de Larrocha.

  1. Bransle de Bourgogne
  2. Pavane [1:31]
  3. Petite Marche militaire [3:45]
  4. Complainte [4:43]
  5. Bransle de Champagne [6:04]
  6. Sicilienne [7:47]
  7. Carillon [9:15]

Poulenc, il più sottovalutato dei compositori francesi del ‘900, compose la Suite française nel 1935 affinché fosse eseguita durante la rappresentazione del II atto del dramma La reine Margot di Édouard Bourdet. La suite consiste in una rielaborazione di alcuni brani tratti dai Livres de danceries pubblicati intorno al 1550 da Claude Gervaise: si tratta dunque di una serie di danze rinascimentali (bran[s]le, pavane, sicilienne), cui si aggiungono una “piccola marcia militare”, un carillon e una complainte (n. 4) che è l’unico pezzo interamente composto da Poulenc.


La medesima Suite nella versione per piccola orchestra. New Music Studium, dir. Antonio Plotino.

  1. Bransle de Bourgogne
  2. Pavane [1:23]
  3. Petite marche militaire [4:05]
  4. Complainte [5:10]
  5. Bransle de Champagne [6:30]
  6. Sicilienne [8:19]
  7. Carillon [10:05]

Infine, la trascrizione per pianoforte e quintetto di fiati realizzata da Katsuhisa Ohtaki nel 1992. Ensemble Orphée.

  1. Bransle de Bourgogne
  2. Pavane [1:31]
  3. Petite Marche militaire [4:14]
  4. Complainte [5:14]
  5. Bransle de Champagne [6:36]
  6. Sicilienne [8:58]
  7. Carillon [10:58]

Airs from Another Planet

Judith Weir (11 maggio 1954): Airs from Another Planet per flauto, oboe, clarinetto, fagotto, corno e pianoforte (1986). Ingrid Culliford, flsuto; Melinda Maxwell, oboe; David Rix, clarinetto; Dominic Morgan, fagotto; Alison Taylor, corno; Dominic Saunders, pianoforte; dir. Odaline de la Martinez.

  1. Strathspey and reel
  2. Traditional air [2:36]
  3. Jig [5:46]
  4. Bagpipe air, with drones [8:02]