- Lamento per un bimbo morto: Moderato
Il sole e la pioggia, la luce e l’ombra, la nebbia è scesa, la luna è impallidita.
– Ha partorito?
– È un maschio, un maschio.
– E come si chiama?
– Mojšele, Mojšele.
– E dove è stato cullato, Mojšele?
– In una culla.
– E che cosa gli hanno dato da mangiare?
– Pane e cipolle.
– E dove è stato sepolto?
– In una fossa.
Oh! Il piccolo in una fossa, in una fossa.
Mojšele in una fossa.
- Mamma e zia premurose: Allegretto [2:35]
Ciao, ciao, ciao!
Va’ al villaggio, paparino!
Portaci una mela,
così che non ci facciano male gli occhietti!
Ciao!
Ciao, ciao, ciao!
Va’ al villaggio, paparino!
Portaci un pollo,
così che non ci facciano male i dentini!
Ciao!
Ciao, ciao, ciao!
Va’ al villaggio, paparino!
Portaci un’anatra,
così che non ci faccia male il petto!
Ciao!
Ciao, ciao, ciao!
Va’ al villaggio, paparino!
Portaci un’oca,
così che non ci faccia male il pancino!
Ciao!
Ciao, ciao, ciao!
Va’ al villaggio, paparino!
Portaci dei semi,
così che non ci faccia male la testolina!
Ciao!
Ciao, ciao, ciao!
Va’ al villaggio, paparino!
Portaci un coniglietto,
così che non ci facciano male i ditini!
Ciao!
- Ninna-nanna: Andante [4:46]
Il mio bambino è il più bello del mondo –
una luce nell’oscurità.
Tuo padre è in catene in Siberia,
Lo zar lo tiene in prigione!
Dormi, lju-lju, lju-lju!
Dondolando la tua culla
la mamma piange.
Quando sarai grande capirai
che cosa le brucia il cuore.
Tuo padre è nella lontana Siberia,
io nella miseria.
Ma ora dormi senza preoccupazioni, ah,
lju-lju, lju-lju, lju-lju!
Il mio dolore è più nero della notte,
Tu dormi, io non posso.
Dormi, mio caro, dormi, figlio mio, dormi,
lju-lju, lju-lju, lju-lju!
- Prima di una lunga separazione: Adagio [7:41]
– Ah! Abraham, come vivrò senza di te? Io senza di te, tu senza di me, come faremo a vivere lontani?
– Ricordi, vicino al portico, che cosa mi dicevi in segreto? Ah! Rivočka, dammi le tue labbra, bambina!
– Ah! Abraham, come vivremo adesso? Io senza di te, tu senza di me, ah, come una porta senza maniglia!
– Ricordi, quando camminavamo insieme, che cosa mi dicevi sul viale? Ah! Rivočka, dammi le tue labbra, bambina!
– Ah! Abraham, come vivrò senza di te?
– Ah! Rivočka, come vivrò senza di te?
– Ricordi? Indossavo una gonna rossa. Ah, com’ero bella!
– Io senza di te, tu senza di me: come vivremo senza felicità?
– Ah! Abraham!
– Ah! Rivočka, dammi le tue labbra, bambina!
- Avvertimento: Allegretto [10:07]
Ascolta, Chasja!
Non devi uscire, ti proibisco di uscire con la prima persona che incontri.
Fa’ attenzione!
Uscirai, starai fuori fino all’alba, ah!, e dopo piangerai.
Chasja!
Ascolta! Chasja!
- Il padre abbandonato: Moderato [11:29]
Ele il rigattiere indossò il cappotto.
Sua figlia, dicono, è andata via con un poliziotto.
– Cirele, figlia mia, torna da tuo padre, ti darò abiti eleganti per le tue nozze.
Cirele, figlia mia, ti comprerò orecchini e anelli.
Cirele, figlia mia, e per di più sposerai un bell’uomo.
Cirele, figlia mia.
– Non ho bisogno di abiti, non ho bisogno di anelli.
E sposerò soltanto il mio poliziotto.
– Signor poliziotto, caccia via questo vecchio ebreo quanto prima.
– Cirele, figlia mia, torna da tuo padre!
Ah… torna da tuo padre! Cirele! Figlia mia!
- Canto sulla miseria: Allegro [13:29]
Il tetto dorme dolcemente,
in soffitta, sotto la paglia.
Nella culla dorme un bambino,
nudo, senza fasce.
Hop, hop, più in alto, più in alto!
La capra mangia la paglia del tetto.
Hop, hop, più in alto, più in alto!
La capra mangia la paglia del tetto, oh!
La culla è nella soffitta,
nella culla un ragno tesse la mia infelicità.
Succhia tutta la mia gioia
e mi lascia solo miseria.
Hop, hop, più in alto…
C’è un gallo in soffitta,
la cresta rosso vivo.
Oh, moglie mia, prendi in prestito, per i piccoli,
un pezzetto di pane nero.
Hop, hop, più in alto…
- Inverno: Adagio [14:58]
La mia Šejndl è costretta a letto
e con lei giace il nostro bambino malato.
Nella capanna non c’è nulla per riscaldarla
e fuori ulula il vento.
Ah…
Il freddo e il vento sono tornati,
non c’è più la forza di soffrire in silenzio.
Gridate e piangete, bambini,
l’inverno è tornato.
Ah…
- Una bella vita: Allegretto [18:00]
Dei vasti campi, miei cari amici,
non ho cantato durante gli anni bui.
Non è per me che i campi sono diventati verdi,
non per me la rugiada ha iniziato a scorrere.
In una stretta cantina, nell’umida oscurità,
vivevo un tempo, sfinito dalla miseria.
E dalla cantina saliva un triste canto
di dolore, della mia incomparabile sofferenza.
Fiume del kolchoz, scorri gioioso,
porta subito i miei saluti ai miei amici.
Di’ loro che la mia casa ora è nel kolchoz
e un albero in fiore sta sotto la mia finestra.
Ora i campi fioriscono per me,
mi nutrono di latte e miele.
Sono felice, e tu di’ ai miei fratelli:
d’ora in poi canterò i campi del kolchoz.
- Canto della fanciulla: Allegretto [19:40]
Nei prati, vicino al bosco
che è sempre così pensoso,
pascoliamo dall’alba al tramonto
le mandrie del kolchoz.
E io siedo sulla collina
con il mio piccolo flauto,
e non mi stanco di contemplare
la bellezza del mio paese.
Gli alberi, coperti di fogliame rilucente,
si ergono con grazia e delicatezza.
Nei campi il grano matura
colmo di bellezza.
Oj-oj, lju-lju!
A volte un ramo mi sorride,
una spiga ammicca all’improvviso.
Un sentimento di grande gioia
brilla nel mio cuore.
Canta, piccolo flauto!
È così facile per noi cantare insieme!
Montagne e valli ascoltano
la gioia del nostro canto.
Non piangere, piccolo flauto!
Dimentica la tristezza di un tempo.
Lascia che le tue melodie scorrano
nella dolce lontananza.
Oj-oj, lju-lju!
Sono felice nel mio kolchoz,
non senti? La mia vita è piena!
Più allegro, più allegro
devi cantare, piccolo flauto!
- Felicità: Allegretto [22:20]
Ho preso coraggiosamente mio marito per un braccio,
anche se sono vecchia, e vecchio è il mio cavaliere.
L’ho portato a teatro con me
e abbiamo comprato due biglietti per la platea.
Seduti là con mio marito fino a tarda notte,
ci siamo abbandonati a sogni gioiosi –
quali benedizioni circondano
la moglie di un calzolaio ebreo.
E voglio raccontare a tutto il paese
della mia gioiosa e luminosa sorte:
i nostri figli sono diventati dottori –
una stella brilla sopra le nostre teste!