Eugene O’Brien (24 aprile 1945): Taking Measures per ensemble da camera (1985). New Music Ensemble, dir. Melisse Brunet.
The piece’s principal theme was derived from another piece of the same composer, Black Fugatos. Because the composer was «taking measures» from an earlier piece, choreographer Albert Reid (with whom Eugene O’Brien collaborated, along with sculptor Paul Oberst) decided to give the new work that title; he liked the double entendre.
Armas Launis (22 aprile 1884 - 1959): Häiden vietto Karjalan runomailla (Matrimonio nella poetica terra di Carelia) per ensemble da camera (1921). Ensemble Avanti!, dir. Yrjö Hjelt.
La composizione consiste in una suite di musiche tratte dalle opere Seitsemän veljestä (I sette fratelli, 1903) e Kullervo (1917) riarrangiate da Launis per essere eseguite durante la proiezione del documentario omonimo, girato a Suojärvi nello stesso 1921 e diretto da Armas Otto Väisänen, illustre etnografo e etnomusicologo.
Ripubblico questo breve articolo, dedicato a due piccoli gioielli della musica medievale, perché mi pare che abbia suscitato interesse. Alla prima delle due composizioni il presente blog deve il suo nome.
1. La danza gioiosa
A l’entrada del temps clar è uno dei più celebri brani del repertorio musicale medievale. È una balada (canzone a ballo) su testo in lingua d’oc, risalente al XII o all’inizio del XIII secolo, tramandataci dal manoscritto detto Chansonnier de Saint-Germain-des-Prés, oggi alla Bibliothèque Nationale de France, reliquia di considerevole importanza in quanto si tratta di una delle più antiche fonti di musica profana che ci siano pervenute: databile intorno agli anni 1230, è all’incirca contemporaneo del codice dei Carmina Burana.
In quanto assai famosa, A l’entrada del temps clar è stata anche assai maltrattata. YouTube ne offre numerose interpretazioni, e molte sono quelle insensatamente… fracassone, ove con grida più o meno sguaiate e abbondanza di percussioni si vorrebbero rendere evidenti le presunte origini e i pretesi caratteri popolareschi della composizione. Ma tutto questo sembra poco attendibile. All’epoca, la musica “popolare” — cioè, alla lettera, la musica del popolo, che chiamiamo così per contrapporla a quella eseguita nelle chiese e nelle corti aristocratiche — non era reputata degna di nota: le probabilità che un brano del repertorio popolare potesse essere preso in considerazione dal compilatore dello Chansonnier de Saint-Germain-des-Prés sono pressoché nulle. Del resto, nel manoscritto parigino la nostra balada, quantunque anonima, è inclusa nel gruppo dei componimenti trobadorici, e sappiamo bene che l’arte dei trovatori è tutto fuorché popolaresca. L’analisi del brano rivela tratti compositivi alquanto raffinati, tanto nel testo quanto nella melodia.
Dopo aver ascoltato tutto quanto YouTube ha da proporre in merito, di A l’entrada del temps clar ho infine scelto due interpretazioni che mi paiono interessanti per motivi differenti. La prima si trova in uno dei dischi che la Casa editrice Fratelli Fabbri allegò alla Storia della musica pubblicata nel 1964; ha tutto il fascino della semplicità: è esclusivamente cantata (non sono in grado di risalire ai nomi degli interpreti) e l’unico tipo di elaborazione musicale consiste nel canto antifonale, ossia nel contrapporre la voce solista femminile al coro maschile, affidando alternativamente all’una e all’altro strofe e refrain, seguendo una prassi esecutiva molto antica, denominata appunto alternatim. La seconda interpretazione adotta il medesimo criterio ma aggiunge alle voci un cospicuo numero di strumenti: l’ensemble è lo Studio der frühen Musik diretto da Thomas Binkley, ove spicca il bel timbro tenorile di Nigel Rogers.
Il testo è stato variamente interpretato, sia in senso letterale sia come allegoria, in qualche caso facendo riferimento a antichi riti pagani che celebravano la fine dell’inverno. «All’entrata del tempo chiaro», ossia all’inizio della primavera, una bella regina fiorente (aurilhosa, cioè «aprilosa»: ecco un bel neologismo di ottocento anni fa; piacque molto a Ezra Pound) invita tutti i giovani a unirsi a lei in una danza gioiosa, incurante della gelosia dell’anziano re, il quale tenta di disturbare la danza perché es en cremetar, ovvero teme fortemente — e a ragione — che la regina voglia curarsi non di un vecchio, bensì di «un leggiadro giovincello che ben sappia sollazzare la donna savorosa». E chi la vede danzare potrà a buon diritto dire che al mondo non esiste alcuna che sia pari alla regina gioiosa.
A l’entrada del temps clar, eya,
Per joia recomençar, eya,
E per jelos irritar, eya,
Vol la regina mostrar
Qu’el’es si amorosa.
A la vi’, a la via, jelos!
Laissatz nos, laissatz nos
Balar entre nos, entre nos.
El’ a fait pertot mandar, eya,
Non sia jusqu’a la mar, eya,
Piucela ni bachalar, eya,
Que tuit non vengan dançar
En la dansa joiosa.
A la vi’…
Lo reis i ven d’autra part, eya,
Per la dança destorbar, eya,
Que el es en cremetar, eya,
Que om no li volh emblar
La regin’aurilhosa.
A la vi’…
Mais per nient lo vol far, eya,
Qu’ela n’a sonh de vielhart, eya,
Mais d’un leugier bachalar, eya,
Qui ben sapcha solaçar
La domna saborosa.
A la vi’…
Qui donc la vezes dançar, eya,
E son gent cors deportar, eya,
Ben pogra dir de vertat, eya,
Qu’el mont non aja sa par
La regina joiosa.
A la vi’, a la via, jelos,
Laissatz nos, laissatz nos
Balar entre nos, entre nos.
2. Il fiore della vita
Se A l’entrada del temps clar è famosa, non altrettanto noto è che la sua melodia fu utilizzata da un anonimo esponente della cosiddetta Scuola di Notre-Dame come base per la composizione di un conductus a 3 voci. Il brano in questione s’intitola Veris ad imperia e ci è pervenuto tramite un altro importante manoscritto duecentesco, detto Antiphonarium mediceum in quanto conservato presso la Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze, ma redatto a Parigi e interamente dedicato al repertorio della celebre scuola polifonica che fiorì nella capitale francese. Nell’ambito di tale repertorio, Veris ad imperia è uno dei non molti componimenti che adottano come tenor un canto non liturgico; si tratta anzi a tutti gli effetti di una composizione profana che parla di amori terreni e non spirituali, quelli che sbocciano in primavera e feriscono i cuori.
Fra le non molte interpretazioni di questo delizioso conductus proposte da YouTube ho scelto quella, agile e spigliata, del già citato Studio der frühen Musik diretto da Thomas Binkley.
Veris ad imperia, eya,
Renascuntur omnia, eya,
Amoris proemia, eya,
Corda premunt saucia
Querula melodia.
Gratia previa,
Corda marcentia
Media.
Vite vernat flos intra nos.
Suspirat Lucinia, eya,
Nostra sibi conscia, eya,
Impetrent suspiria, eya,
Quod sequatur venia,
Dirige vita via
Gratia previa
Vie dispendia
Gravia.
Vite vernat flos intra nos.
Josquin des Prez (c1450 - 1521): Vive le roy! a 4 voci (pubblicato in Harmonice Musices Odhecaton, 1504). Interpreti vari:
Hespèrion XX, dir. Jordi Savall
Purcell Consort of Voices, dir. Grayston Burgess
les haulz et les bas
Cambridge Symphonic Brass Ensemble
The Royal Danish Brass Ensemble
Anche il cantus firmus di questa composizione, affidato al tenor, è stato ottenuto con il procedimento compositivo oggi noto come soggetto cavato (cfr. Per il duca di Ferrara), in questo modo:
Johann Walter (1496 - 10 aprile 1570): Beati immaculati in via, mottetto a 7 voci (pubblicato in Torgauer Kirchweih-Motette, 1544). Favorit- und Capell-Chor Leipzig e Bläser-Collegium Leipzig, dir. Ekkehard Wagner.
Il testo della parte vocale più acuta (discantus) e delle 4 parti di tenor è costituito da alcuni versetti (1-2, 5-6, 12, 35-37, 171 e 175) del Salmo 118. Il testo della parte di contralto (altus) inneggia a Giovanni Federico I di Sassonia, detto Giovanni il Magnanimo e Campione della Riforma; quello della parte di basso esalta Lutero e Melantone. Ai tenores è affidato un canone a 4 voci all’unisono.
Discantus, Tenores :
1 Beati immaculati in via, qui ambulant in lege Domini. 2 Beati qui scrutantur testimonia ejus; in toto corde exquirunt eum.
5 Utinam dirigantur viae meae ad custodiendas justificationes tuas. 6 Tunc non confundar, cum perspexero in omnibus mandatis tuis.
12 Benedictus es, Domine; doce me justificationes tuas. 35 Deduc me in semitam mandatorum tuorum, quia ipsam volui.
36 Inclina cor meum in testimonia tua, et non in avaritiam. 37 Averte oculos meos, ne videant vanitatem; in via tua vivifica me.
171 Eructabunt labia mea hymnum, cum docueris me justificationes tuas. 175 Vivet anima mea, et laudabit te, et judicia tua adjuvabunt me.
Altus :
Vivat, vivat, vivat, vivat Ioannes Frederich: Elector & dux Saxorum:
Defensor veri dogmatis: pacisque custos pervigil:
Vivat per omne seculum.
Costanzo Festa (c1485/90 - 10 aprile 1545): Sì come sete bella, madrigale a 3 voci (pubblicato in Il vero libro de madrigali a tre voci, 1543, n. 14). Ensemble Música Antigua, dir. Eduardo Paniagua.
Sì come sete bella,
Gentil madonna,
Fusti anchor pietosa?
Qual ha ’l mondo di voi
Più bella cosa?
Donque che crudeltade
Spenga tanta beltade
Et priv’il mondo
Del suo prim’honore
Hai che no ’l vogli’ Amore.
Simon Bainbridge (1952 - 2 aprile 2021): Concertante in moto perpetuo per oboe e ensemble da camera (1979). Nicholas Daniel, oboe; The Composers’ Ensemble.
Francisco de Peñalosa (c1470 - 1° aprile 1528): A tierras agenas, villancico a 3 voci. Ensemble «Gilles Binchois».
A tierras agenas
¿quien me trajo a ellas?
Yo vivo penando
con tristes porfías;
las noches pensando
qué escriba los días
de lágrimas mías
mis cartas van llenas.
A tierras agenas
¿quien me trajo a ellas?
Alonso Mudarra (c1510 - 1º aprile 1580): Si me llaman, a mi llaman, villancico. Raquel Andueza, soprano; Private Musicke, dir. Pierre Pitzl.
Si me llaman, a mi llaman,
que cuido que me llaman a mi.
Y en aquella sierra erguida,
cuido que me llaman a mi.
Llaman a la más garrida,
que cuido que me llaman a mi.
Alcune diferencias (= variazioni) di Antonio de Cabezón (30 marzo 1510 - 26 marzo 1566):
Diferencias sobre Guárdame las vacas. Ensemble Accentus, dir. Thomas Wimmer.
Diferencias sobre el canto llano del caballero. Hanneke van Proosdij, clavicembalo.
Diferencias sobre la gallarda milanesa. Arturo Barba all’organo di Julián de la Orden (sec. XVIII) della Chiesa di Nuestra Señora de la Asunción in Villar de Cañas (Cuenca).
Diferencias sobre la pavana italiana. Amaya Fernández Pozuelo, clavicembalo.
Diferencias sobre el villancico ¿Quién te me enojó Isabel?. Claudio Astronio, organo.
Diferencias sobre el canto de La dama le demanda (ossia Belle, qui tiens ma vie di Thoinot Arbeau). Hespèrion XX.
Heinrich Isaac (c1450 - 26 marzo 1517): Insbruch, ich muss dich lassen, Lied a 4 voci. Ensemble Phoenix Munich.
Insbruch, ich muss dich lassen,
ich fahr dahin mein Strassen
im fremde Land dahin.
Mein Freud ist mir genommen,
die ich nit weiß bekommen,
wo ich im Elend bin.
Groß Leid muss ich jetzt tragen,
das ich allein tu klagen
dem liebsten Buhlen mein
Ach Lieb, nun lass mich Armen
im Herzen dein Erbarmen
daß ich muss von dannen sein.
Mein Trost ob allen Weiben,
Dein tu ich ewig bleiben
stets treu, der Ehren fromm.
nun muss dich Gott bewahren,
in aller Tugend sparen,
bis daß ich wieder komm!
Rossino Mantovano (attivo all’inizio del XVI secolo): Lirum bililirum, frottola a 4 voci. Ensemble Retrover.
Lirum bililirum bililirum
lirum lirum lirum,
De si soni la sordina.
Tu m’intendi ben, Pedrina,
Ma non già pel dovirum.
Lirum bililirum bililirum
lirum lirum lirum,
De si soni la sordina.
L’è ses agn che’t vo mi ben
E che’t son bon servidor,
Ma t’aspet che ‘l so ben
Ch’al fin sclopi per amor,
De non da plu tant dolor,
Tu sa ben che dis il virum.
Lirum…
Ta recordet quant t’me des
La tua fe si alegrament
E ch’a Ivagnel t’m giures
De volim per to servent,
Mi per litra incontinent
At resposi cum suspirum.
Lirum…
Quant apensi al temp passat
E che to servita indaren
Am doni desperat
Al demoni da l’inferum.
Masno maidi ques inverem
Em voi da te partirum.
Lirum…
Con pot mal soffri traitora
Che ch’si vivi disperat,
Dam audenza almac un hora
Che sero al tut pagat,
Fam un ferit e suglat
Del mio bon fidel servirum.
Lirum bililirum bililirum
lirum lirum lirum,
De si soni la sordina.
Stefano Bernardi detto il Moretto (18 marzo 1580 - 1637): Missa primi toni octo vocum (1630). Barockposaunen Consort Linz, Sankt Florianer Sängerknaben, dir. Franz Farnberger.
Annibale Padovano (1527-15 marzo 1575): Messa a 24 voci, eseguita probabilmente in occasione delle nozze del duca Guglielmo V di Baviera con Renata di Lorena (1568). Huelgas Ensemble, dir. Paul van Nevel.
Versione con coro, 2 cornetti e trombone:
Versione con 3 parti vocali e 21 parti strumentali:
Yoshihisa Taïra (1937 - 13 marzo 2005): Radiance per pianoforte e 13 strumenti (1973). Ensemble Européen de Musique Contemporaine, dir. Michel Tabachnik.
Vincenzo Calestani (10 marzo 1589 - p1617): Piangono al pianger mio, madrigale a 1 voce e basso continuo (pubblicato in Madrigali et arie per sonare et cantare nel chitarrone leuto o clavicimbalo a una, e due voci, 1617, n. 34); testo di Ottavio Rinuccini. Ensemble La Primavera.
Piangono al pianger mio le fere, e i sassi
A miei caldi sospir traggon sospiri.
L’aer’ d’intorno nubiloso fassi,
Mosso anch’ egli à pietà de miei martiri.
Ovunque io volgo, ovunque giro i passi
Par che di me si pianga, e si sospiri;
Par che dica ciascun, mosso al mio duolo,
Che fai tu qui, meschin, doglioso e solo?
Filippo Azzaiolo (c1530/40 - p1570): Chi passa per ’sta strada, villotta a 4 voci. Eseguita da: The Musicians of Swanne Alley; The King’s Singers; Denis Raisin-Dadre, flauto, e ens. Doulce Mémoire; Yo-Yo Ma, violoncello, e The Silk Road Ensemble; Marco Beasley, voce, e ens. Accordone, dir. Guido Morini.
Chi passa per ‘sta strad’ e non sospira,
Beato s’è, falalilela,
Beato è chillo chi lo puote fare,
Per la reale.
Affacciati mo’
Se non ch’io moro mo’, falalilela.
Affacciati, ché tu mi dai la vita,
Meschino me, falalilela,
Se ‘l cielo non ti possa consolare,
Per la reale.
Affacciati mo’
Se non ch’io moro mo’, falalilela.
Et io ci passo da sera e mattina,
Meschino me, falalilela,
Et tu, crudele, non t’affacci mai,
Perché lo fai?
Affacciati mo’
Se non ch’io moro mo’, falalilela.
Compar Vassillo, che sta a loco suo,
Beato s’è, falalilela,
Salutami ‘no poco la comare,
Per la reale.
Affacciati mo’
Se non ch’io moro mo’, falalilela.
Giacomo Gorzanis (1525 - 1578): Padoana detta Chi passa per questa strada (trascrizione della villotta di Azzaiolo). Massimo Lonardi, liuto.
Anonimo (Inghilterra, sec. XVI): Chi passa (dal Marsh lute book). Valéry Sauvage, liuto.
William Byrd (c1540 - 1623): Qui Passe, dal My Ladye Nevells Booke (n. 2). Timothy Roberts, virginale.
Sergej Sergeevič Prokof’ev (1891 - 5 marzo 1953): Ouverture su temi ebraici op. 34, versione originale (1919) per clarinetto, quartetto d’archi e pianoforte. Ermanno Veglianti, clarinetto; Pierluigi Pietroniro e Antonio Cordici, violini; Massimiliano Carlini, viola; Francesco Storino, violoncello; Leandro Piccioni, pianoforte.
Lo stesso brano nella versione per orchestra realizzata da Prokof’ev nel 1934 e poi pubblicata come op. 34bis. The Chamber Orchestra of Europe, dir. Claudio Abbado.
William Brade (1560 - 26 febbraio 1630): brani diversi estratti dalla raccolta Newe ausserlesene Paduanen, Galliarden, Cantzonen, Allemannen und Coranten auff allen musicalischen Instrumenten lieblich zu gebrauchen (Amburgo 1609). Hespèrion XX, dir. Jordi Savall.
L’inglese William Brade visse a lungo nella città anseatica di Amburgo, dove fu direttore della musica municipale (Ratsmusik).
Stefano Landi (battezzato il 26 febbraio 1587 - 1639): T’amai gran tempo, aria a 1 voce e basso continuo (pubblicata nel ASecondo Libro d’arie musicali ad una voce, 1627, n. 11). Marco Beasley, voce; ensemble L’Arpeggiata, dir. Christina Pluhar.
T’amai gran tempo e sospirai mercede.
Tu m’hai tradito ogn’hor, priva di fede.
Hor và con novi amanti a far tue prove,
ch’io son già stufo e m’ho provvisto altrove.
Hor vanne mò
Ch’io non ti vo’,
Ch’io son già stufo
E m’ho provvisto altrove.
Hor vanne mò
Ch’io non ti vo’
Che già di là,
Di là dal Po, passato è ‘l Merlo…
Corri, corri a vederlo!
Mille volte io piangeva, e tu ridevi.
Mille volte io rideva, e tu piangevi.
Così cortese, i più felici amanti
Schermisti cruda in giochi, in risi, in pianti.
Hor grida mò,
Ch’io sordo stò,
Ch’io son già stufo
E m’ho provvisto altrove.
Hor vanne mò
Ch’io non ti vo’
Che già di là,
Di là dal Po, passato è ‘l Merlo…
Corri, corri a vederlo!
Ti fui fedele allor che fui gradito.
E qui lasciar ti vuò, se m’hai tradito.
Hor vanne a porre a nuovi amanti il vischio,
ch’io son già sciolto, e più non sento il fischio,
Hor crepa mò,
Ch’io non ti vo’,
Ch’io son già stufo
E m’ho provvisto altrove.
Hor vanne mò
Ch’io non ti vo’
Che già di là
Di là dal Po, passato è ‘l Merlo…
Corri, corri a vederlo!
Se talento ti vien di dar martello,
Guardati il volto, che non è più quello:
Hor le tue labbra d’oro e ‘l crin d’argento
Ricco mi fanno sol di pentimento.
Hor non più, no
T’adorerò,
Ch’io non ti vo’,
Ch’io son già stufo
E m’ho provvisto altrove.
Hor vanne mò
Ch’io non ti vo’
Che già di là
Di là dal Po, passato è ‘l Merlo…
Corri, corri a vederlo!
Marco da Gagliano (1582 - 25 febbraio 1643): Missa in Assumptione Beatae Mariae Virginis a 6 voci (pubbl. 1614). Insieme vocale e strumentale L’homme armé, dir. Fabio Lombardo.
Agostino Steffani (1655 - 12 febbraio 1728): Placidissime catene, duetto da camera (1699). Carolyn Watkinson, mezzosoprano; Paul Esswood, controtenore; Wouter Möller, violoncello; Alan Curtis, clavicembalo.
Placidissime catene,
rallentarvi è crudeltà.
Ha perduto ogni suo bene
chi ritorna in libertà.
Vivo in doglie e moro in pene
se i miei lacci Amor disfà.
Affanni, pene e guai
voi non farete mai
ch’io mi disciolga, no!
Amor, fa’ quanto sai:
dalla prigion ch’amai
mai, mai non fuggirò.
George Antheil (1900 - 12 febbraio 1959): Ballet mécanique per pianoforti, percussioni, cicalini elettrici e eliche da aeroplano (1923-25, rev. 1952-53); originariamente composto per il film cubista omonimo, diretto da Fernand Léger con la collaborazione di Dudley Murphy e Man Ray. Philadelphia Virtuosi Chamber Orchestra, dir. Daniel Spalding.
Egidio Romualdo Duni (11 febbraio 1708 - 1775): Sonata a 3 in la maggiore op. 1 n. 1 (1738). Natalia Bonello, flauti barocchi; Leonardo Massa, violoncello barocco; Claudia Di Lorenzo, clavicembalo; DuniEnsemble.