Titanic Suite

James Horner (1953 - 22 giugno 2015): Titanic Suite, tratta dalla colonna sonora del film Titanic (1997) diretto da James Cameron. Coro del King’s College di Cambridge e London Symphony Orchestra diretti dall’autore.



L’approfondimento
di Pierfrancesco Di Vanni

James Horner: dai Celti a Pandora, l’eredità sonora di un genio di Hollywood

Horner viene ricordato come un acclamato compositore americano di colonne sonore, con un impressionante portfolio di oltre 160 produzioni cinematografiche e televisive realizzate tra il 1978 e il 2015. La sua cifra stilistica distintiva risiedeva nella capacità di integrare elementi corali ed elettronici con orchestrazioni tradizionali, spesso arricchite da motivi ispirati dalla musica cosiddetta “celtica”. Questa fusione ha contribuito a creare atmosfere uniche e memorabili per il grande schermo.

Origini e formazione musicale
Nato a Los Angeles da genitori immigrati ebrei, James Horner era figlio di Harry Horner, un noto scenografo e direttore artistico di origine ceco-austriaca. Iniziò a suonare il pianoforte a cinque anni, dedicandosi poi anche al violino. Trascorse parte della sua giovinezza a Londra, studiando al Royal College of Music con György Ligeti. Rientrato negli Stati Uniti, frequentò la Verde Valley School in Arizona, per poi conseguire una laurea in musica alla University of Southern California e una laurea magistrale all’UCLA, dove studiò con Paul Chihara. Dopo alcune esperienze con l’American Film Institute e un breve periodo di insegnamento di teoria musicale all’UCLA, si dedicò interamente alla composizione per il cinema.

L’ascesa a Hollywood
I primi passi di Horner nel mondo del cinema furono segnati da collaborazioni con il regista e produttore di B-movie Roger Corman, componendo per film come The Lady in Red (1979), Humanoids from the Deep (1980) e I magnifici sette nello spazio (1980). La sua svolta avvenne nel 1982 con la colonna sonora di Star Trek II: L’ira di Khan, che lo consacrò come compositore di primo piano a Hollywood. Negli anni ’80 consolidò la sua fama con partiture per 48 ore (1982), Krull (1983), Cocoon, l’energia dell’universo (1985, prima di molte collaborazioni con Ron Howard), e ottenne la sua prima nomination all’Oscar per Aliens (1986) e per la canzone Somewhere Out There da Fievel sbarca in America.

Anni ’90: versatilità e apice creativo
Durante gli anni ’80, ’90 e 2000, Horner dimostrò una notevole versatilità, componendo musiche per film per famiglie (spesso prodotti dalla Amblin Entertainment di Spielberg) come Alla ricerca della valle incantata, Le avventure di Rocketeer, Casper e Jumanji. Il 1995 fu un anno particolarmente prolifico, con le acclamate colonne sonore per Braveheart e Apollo 13, entrambe nominate all’Oscar. Nel 1990, compose anche la nuova fanfara per gli Universal Pictures. Il culmine arrivò nel 1997 con Titanic, nonostante un precedente voto di non lavorare più con Cameron a causa dello stress vissuto durante Aliens.

Il nuovo millennio e le ultime opere
Dopo Titanic, Horner continuò a firmare colonne sonore per grandi produzioni come La tempesta perfetta, A Beautiful Mind (altra nomination all’Oscar), La maschera di Zorro e La casa di sabbia e nebbia (nomination all’Oscar). Si dedicò anche a progetti minori e compose il tema per il CBS Evening News (2006-11). La collaborazione con Cameron si rinnovò per Avatar (2009), un lavoro mastodontico che lo impegnò per oltre due anni e gli valse la decima nomination all’Oscar. Tra i suoi ultimi lavori figurano The Karate Kid (2010), The Amazing Spider-Man (2012) e, dopo una pausa di tre anni, Wolf Totem (2015), la sua quarta collaborazione con Jean-Jacques Annaud.

Opere orchestrali e la controversia del “borrowing”
Oltre al cinema, Horner compose opere orchestrali come il doppio concerto Pas de Deux (2014) e il concerto per quattro corni Collage (2015). Tuttavia, la sua carriera fu anche segnata da critiche per il presunto “borrowing” musicale, ovvero il riutilizzo di passaggi da sue composizioni precedenti o l’incorporazione di temi di compositori classici (Prokof’ev, Schumann, Šostakovič, Copland, Wagner, Orff, Chačaturjan) e contemporanei (Nino Rota, Raymond Scott). In un caso, per Tesoro, mi si sono ristretti i ragazzi (1989), l’uso non accreditato di un brano di Raymond Scott portò a un accordo extragiudiziale con Disney. Alcuni critici notarono anche somiglianze tra il tema principale di Braveheart e una melodia dell’anime giapponese 3×3 Eyes.

Vita personale, passione per il volo e tragica scomparsa
Horner era un appassionato pilota e possedeva diversi piccoli aerei. Sua moglie Sara ha rivelato che lui stesso si descriveva come affetto dalla sindrome di Asperger. Il 22 giugno 2015, all’età di 61 anni, James Horner perse tragicamente la vita in un incidente aereo mentre pilotava il suo Short Tucano nella Los Padres National Forest, in California. L’inchiesta del NTSB attribuì l’incidente all’incapacità del pilota di mantenere la distanza dal terreno durante manovre a bassa quota, citando come fattori contribuenti l’uso di farmaci da prescrizione.

Eredità postuma e tributi
Le colonne sonore per i suoi ultimi tre film, Southpaw, l’ultima sfida (2015, composta gratuitamente per amore del film), The 33 (2015) e I magnifici 7 (2016, scritta a sorpresa e scoperta postuma), furono completate e pubblicate postume. La sua scomparsa suscitò un’ondata di commozione nel mondo del cinema e della musica. Colleghi come Hans Zimmer, John Williams e registi come Ron Howard e James Cameron espressero il loro cordoglio. Céline Dion, la cui carriera fu profondamente segnata da My Heart Will Go On, lo ricordò con affetto. Molti film successivi, inclusi quelli per cui aveva composto le ultime musiche e Avatar, la via dell’acqua furono dedicati alla sua memoria.

Titanic Suite: analisi
La Titanic Suite è un magnifico compendio della colonna sonora del film omonimo, un’opera che racchiude in sé la grandezza, il romanticismo, la tragedia e la speranza narrate nella pellicola di James Cameron.
La musica inizia in modo quasi impercettibile con un tappeto sonoro elettronico basso e profondo, tipico di Horner, a cui si sovrappone un coro sintetizzato etereo e celestiale. Questo crea un’atmosfera di mistero, vastità e forse un presagio malinconico. L’ingresso degli archi acuti (violini) introduce una melodia lenta, struggente e riflessiva che riconosciamo come il “Tema di Rose” (o una sua variazione). L’arrangiamento è scarno, evocando ricordi lontani e la vastità dell’oceano. Il mood è introspettivo, toccante, quasi un sospiro musicale che prepara il terreno per la narrazione.
Successivamente, la musica cambia radicalmente: le uilleann pipes (cornamuse irlandesi), altro marchio di fabbrica di Horner, introducono con vigore il tema principale del film, noto come “Southampton”. Questo tema, dal forte sapore celtico, è gioioso, avventuroso e pieno di speranza. Si unisce il tin whistle (flauto a fischietto), che dialoga con le cornamuse, mentre una leggera percussione (che ricorda il bodhrán, un tipo di tamburo irlandese) scandisce un ritmo vivace ma non invadente. Gli archi forniscono un accompagnamento caldo e fluente, mentre il coro sintetizzato rimane sottotraccia, aggiungendo profondità. La dinamica cresce gradualmente, simboleggiando l’entusiasmo e la maestosità della partenza del “sogno” chiamato Titanic.
Il tema principale viene ripreso da una celestiale e struggente vocalizzazione femminile (nel film originale è di Sissel Kyrkjebø, qui probabilmente sintetizzata o campionata per la suite), che si libra alta sopra l’orchestra. Gli archi si fanno più ampi e lussureggianti, mentre gli ottoni aggiungono un tocco di solennità. Gli strumenti celtici, pur presenti, lasciano spazio alla grandezza orchestrale. Questa sezione evoca la bellezza, il romanticismo e l’immensità dell’oceano, con un’aura quasi spirituale. La dinamica raggiunge un picco emotivo per poi ritrarsi leggermente, creando un senso di meraviglia.
Il tema di “Southampton” ritorna con forza, questa volta affidato principalmente alla piena sezione degli archi, con un contrappunto più ricco e un maggiore coinvolgimento degli ottoni che ne sottolineano la maestosità. L’atmosfera è di trionfo e fiducia, la nave procede maestosa nel suo viaggio inaugurale. La dinamica è forte e imponente.
Dopo la fanfara orchestrale, la musica si ritira in un’atmosfera di intimità. Un delicato assolo di pianoforte introduce una versione tenera e introspettiva del “Tema di Rose”, già accennato nell’introduzione. Gli archi forniscono un accompagnamento discreto e caldo. Questa sezione è carica di romanticismo, dolcezza e una sottile vena di malinconia, riflettendo i momenti più personali e sentimentali della storia. La dinamica è prevalentemente piano, sottolineando la delicatezza del momento.
Gli archi sostengono note lunghe, creando un senso di attesa e sospensione. Ritornano i droni sintetizzati bassi, aggiungendo un elemento di sottile inquietudine. La melodia è quasi assente, lasciando spazio a un’atmosfera armonica che suggerisce un cambiamento imminente, un presagio oscuro che si insinua nella serenità precedente.
La tensione cresce rapidamente. Accordi dissonanti e potenti degli ottoni, percussioni martellanti (timpani, rullante) e ostinati urgenti degli archi creano un clima di caos e panico imminente. Frammenti tematici precedenti potrebbero essere percepiti, ma sono sovrastati dalla drammaticità della scrittura orchestrale. Questa è la rappresentazione sonora del disastro che si avvicina. La dinamica sale vertiginosamente fino a un fortissimo, esprimendo terrore e urgenza.
Un colpo orchestrale massiccio segna il culmine della tragedia, seguito da un rapido diminuendo che porta quasi al silenzio. Rimangono solo suoni sintetizzati inquietanti e tremoli degli archi gravi, evocando lo shock, la devastazione e l’agghiacciante silenzio che segue il disastro. La dinamica crolla da fortissimo a un pianissimo spettrale.
Dal silenzio emerge nuovamente il suono del tin whistle, che intona la melodia iconica di My Heart Will Go On. Archi delicati e tappeti sonori sintetici creano una base armonica soffusa. La vocalizzazione femminile si unisce al flauto, riprendendo il tema con un’espressione di profonda tristezza, ma anche di amore duraturo e speranza. Il mood è intensamente toccante, un lamento che porta con sé il ricordo e la forza dei sentimenti. La dinamica è inizialmente contenuta, per poi crescere gradualmente in intensità emotiva.
Il “Tema di Rose” (Never an Absolution) ritorna, prima con gli archi, poi ripreso dai legni (probabilmente oboe o clarinetto), evocando un senso di ricordo e riflessione. L’orchestra si espande progressivamente, portando il tema a una piena espressione emotiva, grandiosa ma al contempo struggente. Il coro sintetizzato etereo, che aveva aperto la suite, ritorna, chiudendo il cerchio narrativo e sonoro. La musica raggiunge un ultimo culmine di intensità emotiva, per poi gradualmente dissolversi in un lungo e lento fade out, lasciando l’ascoltatore in uno stato di commossa contemplazione. La suite termina nel silenzio, lasciando risuonare l’eco delle emozioni vissute.
Horner dimostra in questa suite la sua maestria nell’utilizzare temi ricorrenti (leitmotiv) per caratterizzare personaggi ed emozioni. L’uso distintivo di strumenti “celtici” conferisce un’identità sonora unica alla colonna sonora, legandola alle radici irlandesi della storia e dei personaggi. Fondamentale è anche l’impiego di cori sintetizzati e vocalizzazioni eteree, che aggiungono una dimensione quasi soprannaturale e spirituale alla musica, amplificandone l’impatto emotivo.
La struttura della suite segue un chiaro arco narrativo ed emotivo:
– Introduzione/Nostalgia: un’apertura eterea e malinconica;
– Partenza/Speranza: l’introduzione del tema celtico, gioioso e avventuroso;
– Grandezza/Romanticismo: l’espansione orchestrale e vocale del tema principale e l’intimità del tema di Rose;
– Presagio/Dramma: la costruzione della tensione e l’esplosione orchestrale che simboleggia il disastro;
– Dolore/Speranza: l’introduzione del tema di My Heart Will Go On, un lamento carico di amore;
– Riflessione/Trascendenza: la ripresa del “Tema di Rose” e la conclusione eterea che chiude il cerchio.
La dinamica gioca un ruolo cruciale, passando da pianissimi sussurrati a fortissimi travolgenti, rispecchiando la vasta gamma di emozioni della storia.

Nel complesso, la Titanic Suite è un capolavoro di musica cinematografica che condensa efficacemente l’essenza emotiva e narrativa del film. Horner, con la sua abilità nel creare melodie memorabili, orchestrazioni evocative e un uso sapiente di elementi etnici ed elettronici, ha creato un’opera che trascende il film stesso, diventando un’esperienza d’ascolto potente e commovente, capace di evocare immagini e sentimenti profondi anche a distanza di anni. La suite è un testamento della sua capacità di toccare il cuore dell’ascoltatore, trasportandolo in un viaggio sonoro indimenticabile.

Taulant vuole una sorella

Haig Zacharian (8 maggio 1952): Taulanti kërkon një motër, dalla colonna sonora del film omonimo (1984) di Xhanfise Keko. Ardita Bufaj, pianoforte.



L’approfondimento
di Pierfrancesco Di Vanni

Profilo di Haig Zacharian: compositore, musicista e docente albanese di origine armena

Haig Zacharian, nato a Durazzo (Albania) l’8 maggio 1952 da una famiglia di origini armene, è una figura poliedrica nel panorama musicale albanese, attivo come compositore, interprete e docente.
La sua carriera ha inizio nella sua città natale, dove insegna pianoforte e teoria musicale nella scuola elementare. Prosegue la propria formazione formale presso l’Accademia delle arti di Tirana (1969-1973), studiando composizione con Tonin Harapi. Subito dopo la laurea, assume il ruolo di direttore artistico (1973-1977) per diversi ensemble amatoriali a Fierzë, nel comune di Tropoja.
Nel 1977 fa ritorno a Durazzo, continuando il suo lavoro con ensemble amatoriali presso il Palazzo della Gioventù. Dal 1980 al 1986, invece, ricopre l’incarico di insegnante di materie teoriche presso la Scuola di Musica «Jan Kukuzeli» nella stessa città. Segue un periodo come compositore freelance (1986-1992).
Nel 1993 viene nominato capo del Dipartimento di teoria e composizione presso l’Accademia delle arti di Tirana. Attualmente ricopre in questa istituzione la posizione di professore associato, insegnando armonia e composizione.
La sua produzione musicale è vasta e spazia attraverso numerosi generi. Oltre alle opere strumentali e da camera, ha composto canzoni per bambini, musica corale e colonne sonore per film. Si è dedicato anche all’arrangiamento di brani di musica classica e romantica per vari tipi di ensemble.
Il suo stile compositivo è noto per un “colore sottile” e un senso di “comunicazione diretta”.
A partire dagli anni ’90, pur continuando a comporre per il cinema, Zacharian si è orientato prevalentemente verso la musica da camera. In questo ambito, è evidente la tendenza all’utilizzo e alla sperimentazione di tecniche compositive moderne.
Oltre alla sua attività artistica e didattica, il compositore è stato Presidente dell’Albator (Società albanese dei compositori e degli autori) dal gennaio 1998 al dicembre 2009.

Analisi del brano
La composizione s’inizia con un’atmosfera intima e riflessiva. Il pianoforte esplora sonorità quasi impressionistiche, con arpeggi e accordi che creano un senso di sospensione e malinconia. La melodia è frammentata, quasi un’idea che emerge timidamente. L’armonia è ricca, non strettamente tonale, con un uso evocativo della risonanza del pianoforte. Questo introduce il tema della “ricerca” suggerito dal titolo.
Emerge un motivo melodico più definito, ancora lirico ma con una direzione più chiara. Si percepisce una scrittura modale che conferisce il sapore folklorico balcanico-albanese. La mano sinistra fornisce un accompagnamento che a tratti si fa più ritmico, ma l’andamento generale rimane cantabile e relativamente calmo, seppur con una crescente tensione interna. La dinamica si intensifica gradualmente.
C’è un cambio di carattere netto. Il ritmo diventa protagonista, con figure più marcate, incisive e forse sincopate, che richiamano l’energia della danza popolare. L’armonia si fa più densa e a tratti dissonante. La scrittura pianistica diventa più virtuosistica e percussiva, esplorando registri più ampi e dinamiche più forti (forte). Questa sezione porta il pezzo verso il suo culmine espressivo.
L’intensità raggiunge l’apice, con accordi pieni, dinamiche fortissime, un senso di drammaticità e passione. Dopo il culmine, inizia una transizione discendente, la tensione gradualmente si allenta.
Si ritorna a materiale tematico che ricorda l’inizio o lo sviluppo precedente, ma forse con una nuova consapevolezza o trasformazione. L’atmosfera torna più lirica e nostalgica e vi è un senso di rielaborazione dei temi. La scrittura si fa via via più rada, tornando alla calma e all’introspezione iniziale. Il pezzo sfuma verso il silenzio, con accordi finali che lasciano una sensazione di risoluzione dolceamara o di domanda aperta, concludendosi con una nota finale tenuta che si dissolve.

La donna del tenente francese

Carl Davis (28 ottobre 1936 - 2023): The French Lieutenant’s Woman, suite tratta dalla colonna sonora del film (regia di Karel Reisz, 1981) ispirato dal romanzo omonimo di John Fowles. Royal Liverpool Philharmonic Orchestra diretta dall’autore.

La grande illusione

Joseph Kosma (1905 - 7 agosto 1969): La Grande illusion, suite dalla colonna sonora dell’omonimo film (1937) di Jean Renoir. Orchestre philharmonique de Radio France, dir. Bruno Fontaine.
La partitura originale è andata perduta durante l’occupazione nazista della Francia; Bruno Fontaine l’ha ricostruita a orecchio fra mille difficoltà.

Il vento e il leone

Jerry Goldsmith (1929 - 21 luglio 2004): Suite dalla colonna sonora del film The Wind and the Lion (1975) di John Milius. Münchner Symphoniker diretti dall’autore.

  1. Main Title
  2. The Riff – The Well [1:23]
  3. The Camp [2:34]
  4. The Palace [4:11]
  5. Raisuli Attacks – Guests of Raisuli (True Feelings) [5:22]
  6. Lord of the Riff [8:36]
  7. A Bid for Freedom (Something of Value) [10:11]
  8. End Title [13:36]

Un buon film, probabilmente il migliore di un regista a volte discusso per via delle idee politiche ultraconservatrici.
La sceneggiatura prende spunto da un fatto storico per raccontare i primi passi degli Stati Uniti quale potenza mondiale, subito dopo la guerra con la Spagna. Il film ha un buon ritmo e diverse scene spettacolari; quella (del tutto inventata rispetto alla realtà storica) con i marines che sbarcano a passo di corsa e sbaragliano in pochi secondi le forze del pascià di Tangeri ha una coreografia perfetta. Di pura fantasia è anche la vicenda quasi-sentimentale fra il capo berbero (Sean Connery) e la giovane vedova americana (Candice Bergen), ma è scritta molto bene. Quella che mi è rimasta più impressa è però la prestazione di Brian Keith nei panni di Teddy Roosevelt, secondo me da Oscar. John Huston ha un piccolo ruolo (il segretario di Stato), ma ovviamente si fa notare. Colonna sonora di Goldsmith candidata all’Academy Award, ma quell’anno la statuetta andò a John Williams per Lo squalo.

Il vento e il leone

You are like the Wind and I like the Lion.
You form the tempest.
The sand stings my eyes and the ground is parched.
I roar in defiance but you do not hear.
But between us there is a difference.
I, like the lion, must remain in my place.
While you, like the wind, will never know yours.

Mentre il tempo passa

Max Steiner (10 maggio 1888 - 1971): Suite sinfonica dalla colonna sonora del film di Michael Curtiz Casablanca (1942). The John Wilson Orchestra.
Com’è noto, Mentre il tempo passa, cioè As Time Goes By, non è opera di Max Steiner: il brano era stato composto, testo e musica, diversi anni prima da Herman Hupfeld (1894 - 1951) per il musical Everybody’s Welcome, andato in scena a Broadway nel 1931. Qui è interpretato da Dooley Wilson, che è Sam nel film di Curtiz:


Mentre il tempo passa

Via dalla pazza folla

Craig Armstrong (29 aprile 1959) e altri: Far from the Madding Crowd, musiche per il film diretto nel 2015 da Thomas Vinterberg, 4° adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di Thomas Hardy.

  1. Opening
  2. Alexander Ewing (1830-1895): Jerusalem the Golden. The Dorset Singers
  3. Corn Exchange
  4. The Great Misunderstanding
  5. Spring Sheep Dip
  6. Oak Returns
  7. Tradizionale: Let No Man Steal Your Thyme, arrangiamento di Neil MacColl e Kate St John. Cantato da Carey Mulligan e Michael Sheen
  8. Never Been Kissed
  9. Hollow in the Ferns
  10. Bathsheba and Troy Wedding
  11. Tradizionale: Dribbles of Brandy, arrangiamento di Eliza Carthy e altri
  12. Tradizionale: Swiss Boy, arrangiamento di Eliza Carthy e altri
  13. Fanny and Troy
  14. Troy Swims Out
  15. Tradizionale: O come, O come, Emmanuel. The Dorset Singers
  16. Boldwood Variation
  17. Tradizionale: Michael Turner’s Waltz, arrangiamento di Eliza Carthy e altri
  18. Tradizionale: Jenny Lind Polka, arrangiamento di Eliza Carthy e altri
  19. Time Moves On
  20. Oak Leaves
  21. Bathsheba and Oak Unite
  22. End Credits
  23. Tradizionale: Let No Man Steal Your Thyme (c.s.)
  24. Far from the Madding Crowd Love Theme

Storm Clouds Cantata

Arthur Benjamin (1893 - 10 aprile 1960): Storm Clouds Cantata per soprano, coro e orchestra su testo di Dominic Bevan Wyndham Lewis (1934); versione rimaneggiata da Bernard Herrmann (1956). Barbara Howitt, soprano; Covent Garden Opera Chorus e London Symphony Orchestra, dir. B. Herrmann.
La cantata fu composta appositamente per la celeberrima «scena dello sparo», che si svolge nella Royal Albert Hall di Londra, nel film L’uomo che sapeva troppo (The Man Who Knew Too Much, 1934) di Alfred Hitchcock; per il rifacimento del 1956 fu ancora utilizzata la musica di Benjamin, ma apportando alcune modifiche al testo e, curate da Herrmann, alla partitura.

Testo
(versione del 1956)

Soprano:

There came a whispered terror on the breeze.
And the dark forest shook.

Coro:

And on the trembling trees came nameless fear.
And panic overtook each flying creature of the wild.

Soprano:

All save the child.
Around whose head screaming,
The night-birds wheeled and shot away.

Coro:

Finding release from that which drove them onward like their prey.
Finding release the storm-clouds broke.
And drowned the dying moon.
The storm-clouds broke.
Finding release!

Arthur Benjamin

Viale del Tramonto

Franz Waxman (pseudonimo di Franz Wachsmann; 1906 - 24 febbraio 1967): Suite dalla colonna sonora del film Sunset Boulevard (1950) di Billy Wilder. Paramount Symphony Orchestra diretta dall’autore.

  1. Main Title
  2. Prelude [1:24]
  3. Money Trouble – The Schwabadero [2:13]
  4. Afternoon Outings – Sacrefice of Self-Respect [3:21]
  5. After Auld Lang Syne – The Pampered Prince [7:06]
  6. Interview With Demille [7:51]
  7. Farewell – Joe Walks Out [9:03]
  8. The Comeback [12:02]
  9. Sunset Boulevard Cast [14:17]

Swanson

Caresse sur l’océan

Bruno Coulais (13 gennaio 1954): Caresse sur l’océan, dalla colonna sonora del film Les Choristes (2004) di Christophe Barratier, rifacimento del film di Jean Dréville La Cage aux rossignols (1945).

Caresse sur l´océan
Porte l´oiseau si léger
Revenant des terres enneigées
Air éphémère de l´hiver
Au loin ton écho s´éloigne
Châteaux en Espagne
Vire au vent tournoie déploie tes ailes
Dans l´aube grise du levant
Trouve un chemin vers l´arc-en-ciel
Se découvrira le printemps

Caresse sur l´océan
Pose l´oiseau si léger
Sur la pierre d´une île immergée
Air éphémère de l´hiver
Enfin ton souffle s´éloigne
Loin dans les montagnes
Vire au vent tournoie déploie tes ailes
Dans l´aube grise du levant
Trouve un chemin vers l´arc-en-ciel
Se découvrira le printemps
Calme sur l´océan.

La tormenta

Georgij Vasil’evič Sviridov (16 dicembre 1915 - 1998): La tormenta (Метель), suite sinfonica tratta dalla colonna sonora del film omonimo, diretto nel 1964 da Vladimir Basov su sceneggiatura ispirata dal racconto breve di Puškin che reca il medesimo titolo (dalle Novelle del compianto Ivan Petrovič Belkin, 1831). Orchestra filarmonica di Mosca, dir. Igor’ Manašerov.

  1. Trojka (Тройка)
  2. Valzer (Вальс) [3:04]
  3. Primavera e autunno (Весна и осень) [7:21]
  4. Romanza (Романс) [9:32]
  5. Pastorale (Пастораль) [14:42]
  6. Marcia militare (Военный марш) [16:49]
  7. Il matrimonio (Венчание) [19:21]
  8. Echi del valzer (Отзвуки вальса) [21:51]
  9. Strada d’inverno (Зимняя дорога) [23:44]

I vestiti nuovi dell’imperatore

Rachel Portman (11 dicembre 1960): The Emperor’s New Clothes, suite sinfonica dalla colonna sonora dell’omonimo film (2001) di Alan Taylor.

Un film molto garbato, ambientato a Parigi ma girato in buona parte 🙂 a Torino, ha come protagonista Ian Holm nei panni di Napoleone: il quale, dopo Waterloo, potrebbe aver avuto una sorte assai diversa da quella che raccontano i libri di storia…
A very lovely film, set in Paris but partly shot in Turin, stars Ian Holm in the role of Napoleon: who, after Waterloo, may have had a very different fate from the one the history books tell…

A poster from The Emperor’s New Clothes. In the background on the left you can see the Valentino Castle in Turin, which in the film fiction becomes a Parisian building.

Elogio della Follia – I

Antonio Martín y Coll (? - c1734): Diferencias sobre las folias. Jordi Savall e Hespèrion XXI.


Giovanni Girolamo Kapsberger (c1580 - 1651): 19 Partite sopra la Folia. Sandro Volta, chitarrone.


Don Gregorio Paniagua Rodríguez: Fons vitae. Dementia praecox angelorum. Supra solfamireut (1982). Gregorio Paniagua e Atrium Musicae de Madrid.


Vangelis (Evangelos Odysseas Papathanassiou; 1943 - 2022): «Conquest of Paradise», dalla colonna sonora del film 1492 – La conquista del paradiso (1492: Conquest of Paradise) diretto nel 1992 da Ridley Scott.
Anche il brano da Vangelis, come le altre composizioni di cui propongo l’ascolto in questa pagina, si fonda sulla Follia, un antico tema musicale (si ritiene che abbia origini portoghesi risalenti al XVI secolo) che nel corso del periodo barocco fu rielaborato da numerosi compositori europei, da Frescobaldi a Corelli, da Lully a Marais, da Alessandro Scarlatti a Vivaldi, da Johann Sebastian Bach (nella Bauernkantate BWV 212) al figlio di questi Carl Philipp Emanuel.

Nelle terre del Kalevala

Armas Launis (22 aprile 1884 - 1959): Häiden vietto Karjalan runomailla (Matrimonio nella poetica terra di Carelia) per ensemble da camera (1921). Ensemble Avanti!, dir. Yrjö Hjelt.
La composizione consiste in una suite di musiche tratte dalle opere Seitsemän veljestä (I sette fratelli, 1903) e Kullervo (1917) riarrangiate da Launis per essere eseguite durante la proiezione del documentario omonimo, girato a Suojärvi nello stesso 1921 e diretto da Armas Otto Väisänen, illustre etnografo e etnomusicologo.

  1. Sinipiiat (da Kullervo)
  2. Nyyrikin laulu (Kullervo) [02:42]
  3. Loitsu (Kullervo) [04:11]
  4. Karjahuhuilu (Kullervo) [07:36]
  5. Itkuvirsi (Kullervo) [09:51]
  6. Venla (Seitsemän veljestä) [14:27]
  7. Kehtolaulu (Kullervo) [16:39]
  8. Karjalainen tanssi [19:35]
  9. Viinalaulu (Kullervo) [21:23]
  10. Impivaara-välisoitot (Seitsemän veljestä) [24:31]
  11. Alkusoitto II. näytökseen (Kullervo) [29:05]
  12. Veljesten kotiinpaluu (Seitsemän veljestä) [33:08]

Armas Lauris raccoglie melodie popolari in Lapponia nel 1905

Io ti salverò

Miklós Rózsa (18 aprile 1907 - 1995): Spellbound Concerto per pianoforte e orchestra (1946), basato sulla musica composta da Rózsa per il film di Alfred Hitchcock Io ti salverò (Spellbound, 1945). Leonard Pennario, pianoforte; the Hollywood Bowl Symphony Orchestra diretta dall’autore (registrazione del 1960).

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Adagio misterioso

John Addison (16 marzo 1920 - 1998): Concerto per tromba, archi e percussione (1949). Leon Rapier, tromba; The Louisville Orchestra, dir. Jorge Mester.

  1. Allegretto
  2. Adagio misterioso
  3. Allegro con brio

Addison scrisse molte colonne sonore cinematografiche (Premio Oscar per Tom Jones di Tony Richardson, 1963) e musica per la televisione. La sua composizione più famosa è indubbiamente questa:

Gelosia

Jacob Gade (1879 - 20 febbraio 1963): Jalousie, tango tsigane (1925). Sønderjyllands Symfoni­orkester, dir. Frans Rasmussen.

Il brano fu composto per accompagnare la proiezione di un film muto – Don X, figlio di Zorro (Don Q Son of Zorro) di Donald Crisp, protagonisti Douglas Fairbanks e Mary Astor – e in breve tempo ottenne un successo internazionale.

Sinfonia del fuoco – I

Ildebrando Pizzetti (1880 - 13 febbraio 1968): Sinfonia del fuoco per baritono, coro e orchestra su testo di Gabriele d’Annunzio, composta per la scena del sacrificio nel film Cabiria (1914) di Giovanni Pastrone. Boris Statsenko, baritono; Städtischer Opernchor Chemnitz, Robert-Schumann-Philharmonie, dir. Oleg Caetani.

Invocazione a Moloch

IL PONTEFICE:
Re delle due zone, t’invoco,
respiro del fuoco profondo,
gènito di te, primo nato!

IL CORO:
Eccoti i cento puri fanciulli,
inghiotti! Divora! Sii sazio!
Karthada ti dona il suo fiore.

IL PONTEFICE:
Odimi, creatore vorace,
che tutto generi e struggi,
fame insaziabile, m’odi!

IL CORO:
Eccoti la carne più pura!
Eccoti il sangue più mite!
Karthada ti dona il suo fiore.

IL PONTEFICE:
Consuma il sacrificio tu stesso
nelle tue fauci di fiamma,
o padre e madre, o tu dio e dea!

IL CORO:
O padre e madre, o padre e figlio,
o tu dio e dea! Creatore vorace!
Fame ardente, ruggente…

Balletto meccanico

George Antheil (1900 - 12 febbraio 1959): Ballet mécanique per pianoforti, percussioni, cicalini elettrici e eliche da aeroplano (1923-25, rev. 1952-53); originariamente compo­sto per il film cubista omonimo, diretto da Fernand Léger con la collaborazione di Dud­ley Murphy e Man Ray. Philadelphia Virtuosi Chamber Orchestra, dir. Daniel Spalding.

Antheil

Il leone d’inverno

John Barry (1933 - 30 gennaio 2011): The lion in winter, suite sinfonica dalla colonna sonora dell’omonimo film (1968) di Anthony Harvey.
Nel 1969 al film furono assegnati tre premi Oscar: a Katharine Hepburn come miglior attrice protagonista, a James Goldman per la migliore sceneggiatura non originale (tratta da un lavoro teatrale dello stesso Goldman) e, appunto, a Barry per la miglior colonna sonora.

The lion in winter

Ritratto di signora

Wojciech Kilar (1932 - 29 dicembre 2013) e Franz Schubert (1797 - 1828): The Portrait of a Lady, suite dalla colona sonora del film omonimo (da Henry James, 1996) di Jane Campion. Gli Impromptus di Schubert sono interpretati da Jean-Yves Thibaudet, il Quartetto D 810 dal Brindisi Quartet.

  1. Prologue: My Life before me
  2. The Portrait of a Lady [4:07]
  3. Flowers of Firenze [9:56]
  4. Twilight Cellos [13:55]
  5. A Certain Light [17:00]
  6. Cypresses [23:49]
  7. Schubert: Impromptu in sol bemolle maggiore op. 90 n. 3 D 899.3 [25:55]
  8. Schubert: Impromptu in la bemolle minore-maggiore op. 90 n. 4 D 899.4 [32:42]
  9. Schubert: Quartetto per archi n. 14 in re minore D 810, Der Tod und das Mädchen, II. Andante con moto [39:46]
  10. Epilogue: The Portrait of a Lady [48:08]
  11. Phantasms of Love [53:20]
  12. The Kiss [57:20]
  13. Love Remains [59:24]
  14. End Credits [1:02:30]

Mishima secondo Glass

Philip Glass (1937): Mishima, musiche per il film omonimo di Paul Schrader (1985), imperniato sulla figura dello scrittore giapponese Yukio Mishima (1925 - 25 novembre 1970). Artisti vari, dir. Michael Riesman; con la partecipazione del Kronos Quartet.

  1. Mishima / Opening
  2. November 25: Morning [2:47]
  3. 1934: Grandmother & Kimitake [6:58]
  4. Temple Of The Golden Pavilion (Like Some Enormous Music) [10:36]
  5. Osamu’s Theme: Kyoko’s House [13:37]
  6. 1937: Saint Sebastian [16:37]
  7. Kyoko’s House (Stage Blood Is Not Enough) [17:44]
  8. November 25: Ichigaya [22:47]
  9. 1957: Award Montage [25:01]
  10. Runaway Horses (Poetry Written With A Splash Of Blood) [28:58]
  11. 1962: Body Building [38:07]
  12. November 25: The Last Day [39:36]
  13. F-104: Epilogue From Sun And Steel [41:07]
  14. Mishima / Closing [43:06]

Mishima

L’isola fortunata

Richard Addinsell (1904 - 14 novembre 1977): The Isle of Apples (c1960-70). BBC Concert Orchestra, dir. Kenneth Alwyn.

Celebre pressoché solo per il così soprannominato Concerto di Varsavia, che fa parte della colonna sonora di Dangerous Moonlight, un film di guerra diretto da Brian Desmond Hurst nel 1941, Addinsell scrisse diverse altre musiche per il cinema, fra cui quelle per Addio, Mr. Chips! (Goodbye, Mr. Chips, 1939) di Sam Wood.
La partitura di The Isle of Apples fu rinvenuta dopo la morte del compositore. Il titolo di questo breve idillio sinfonico fa probabilmente riferimento alla leggendaria isola di Avalon, citata come «Insula Avallonis» e poi come «Insula Pomorum quae Fortunata vocatur» nell’Historia regum Britanniae di Goffredo di Monmouth. Secondo le leggende arturiane, a Avalon fu forgiata Excalibur, e in seguito l’isola accolse le spoglie mortali di Artù — si è ipotizzato che Addinsell abbia composto The Isle of Apples dopo la scomparsa dell’amica e collaboratrice Clemence Dane (1888 - 1965).

Richard Addinsell

Tourbillon

Oscar Strasnoy (12 novembre 1970): Tourbillon per pianoforte, da Georges Delerue. Alexandre Tharaud, pianoforte.


Jeanne Moreau canta le Tourbillon de la vie di Georges Delerue in Jules et Jim di François Truffaut; il testo è di Cyrus Bassiak (pseudonimo di Serge Rezvani), che nel film suona la chitarra.

Elle avait des bagues à chaque doigt,
Des tas de bracelets autour des poignets,
Et puis elle chantait avec une voix
Qui, sitôt, m’enjôla.

    Elle avait des yeux, des yeux d’opale,
    Qui me fascinaient, qui me fascinaient.
    Y avait l’ovale de son visage pâle
    De femme fatale qui m’fut fatale.

On s’est connus, on s’est reconnus,
On s’est perdus de vue, on s’est r’perdus d’vue
On s’est retrouvés, on s’est réchauffés,
Puis on s’est séparés.

    Chacun pour soi est reparti.
    Dans l’tourbillon de la vie
    Je l’ai revue un soir, aïe aïe aïe
    Ça fait déjà un fameux bail.

Au son des banjos je l’ai reconnue.
Ce curieux sourire qui m’avait tant plu.
Sa voix si fatale, son beau visage pâle
M’émurent plus que jamais.

    Je me suis soûlé en l’écoutant.
    L’alcool fait oublier le temps.
    Je me suis réveillé en sentant
    Des baisers sur mon front brûlant.

On s’est connus, on s’est reconnus.
On s’est perdus de vue, on s’est r’perdus de vue
On s’est retrouvés, on s’est séparés.
Puis on s’est réchauffés.

    Chacun pour soi est reparti.
    Dans l’tourbillon de la vie.
    Je l’ai revue un soir, ah là là
    Elle est retombée dans mes bras.

Quand on s’est connus,
Quand on s’est reconnus,
Pourquoi se perdre de vue,
Se reperdre de vue?
Quand on s’est retrouvés,
Quand on s’est réchauffés,
Pourquoi se séparer?

    Alors tous deux on est repartis
    Dans le tourbillon de la vie
    On a continué à tourner
    Tous les deux enlacés.