Danserye – I

Urban Agnas (1961): Susato Suite.
Si tratta di una serie di brani tratti dal Terzo libriccino di musica (Het derde musyck boexken, noto anche come Danserye) pubblicato da Tielman Susato a Anversa nel 1551, qui arrangiati da Urban Agnas, primo trombettista e leader del complesso di ottoni Stockholm Chamber Brass.

Tielman Susato (c1510-c1570), probabilmente originario di Soest, antico centro anseatico della Vestfalia, si stabilì intorno al 1530 a Anversa, dove avviò poi una proficua attività di stampatore di musica. Il “libriccino” del 1551 è giustamente famoso perché contiene danze strumentali di vario genere: è una delle prime fonti a stampa interamente dedicate alla musica strumentale e testimonia perciò dell’avvenuta emancipazione di quest’ultima (in precedenza gli strumenti erano impiegati pressoché esclusivamente nell’accompagnamento delle voci). Le danze pubblicate da Susato sono in gran parte trascrizioni e adattamenti di celebri composizioni vocali dell’epoca; tutto lascia pensare che l’abile autore di queste rielaborazioni sia lo stesso stampatore, che era anche un buon musicista.

Urban Agnas

Dimmi, Daphne

Giles Farnaby (1563 - 25 novembre 1640): Daphne e Tell mee, Daphne per strumento a tastiera (dal Fitzwilliam Virginal Book, n. [CXII] e [CCLXXX]). Pieter-Jan Belder, clavicembalo.


Tell mee, Daphne nell’arrangiamento per ottoni di Elgar Howarth. Brass X.

Daphne

Rio Grande

Constant Lambert (23 agosto 1905 - 21 agosto 1951): The Rio Grande, cantata per voce solista, coro, pianoforte, ottoni, archi e percussione (1927) su testo di Sacheverell Sitwell. Jean Temperley, mezzosoprano; London Madrigal Singers, dir. Christopher Bishop; London Symphony Orchestra, dir. André Previn.

By the Rio Grande
They dance no sarabande
On level banks like lawns above the glassy, lolling tide;
Nor sing they forlorn madrigals
Whose sad note stirs the sleeping gales
Till they wake among the trees and shake the boughs,
And fright the nightingales;
But they dance in the city, down the public squares,
On the marble pavers with each colour laid in shares,
At the open church doors loud with light within.
At the bell’s huge tolling,
By the river music, gurgling, thin
Through the soft Brazilian air.
The Comendador and Alguacil are there
On horseback, hid with feathers, loud and shrill
Blowing orders on their trumpets like a bird’s sharp bill
Through boughs, like a bitter wind, calling
They shine like steady starlight while those other sparks are failing
In burnished armour, with their plumes of fire,
Tireless while all others tire.
The noisy streets are empty and hushed is the town
To where, in the square, they dance and the band is playing;
Such a space of silence through the town to the river
That the water murmurs loud –
Above the band and crowd together;
And the strains of the sarabande,
More lively than a madrigal,
Go hand in hand
Like the river and its waterfall
As the great Rio Grande rolls down to the sea.
Loud is the marimba’s note
Above these half -salt waves,
And louder still the tympanum,
The plectrum, and the kettle-drum,
Sullen and menacing
Do these brazen voices ring.
They ride outside,
Above the salt-sea’s tide.
Till the ships at anchor there
Hear this enchantment,
Of the soft Brazilian air,
By those Southern winds wafted,
Slow and gentle,
Their fierceness tempered
By the air that flows between.

Ho fatto un sogno

Mogens Andresen (11 giugno 1945): Good Morning per ottoni e percussione (1994). The Royal Danish Brass Ensemble.
Il brano si fonda sopra un’antica melodia popolare danese, Drømte mig en drøm i nat (La notte scorsa ho fatto un sogno), la cui prima frase musicale è trascritta nel Codex Runicus, un manoscritto compilato attorno all’anno 1300 da un anonimo monaco cisterciense, probabilmente nell’abbazia di Herrevad (fondata nel 1144, si trovava in Scania, regione che fino al 1658 fu soggetta ai re di Danimarca). Si tratta della più antica composizione profana scandinava di cui si abbia notizia.
A partire dal 1931 e per molti anni l’ente radiofonico danese utilizzò l’incipit di Drømte mig en drøm i nat per marcare l’intervallo fra un programma e l’altro: la melodia è dunque molto famosa in Danimarca, e questa è la ragione per cui viene citata da Andresen nel saluto musicale indirizzato ai suoi concittadini – e a tutti gli appassionati di musica.


Anonimo: Drømte mig en drøm i nat, arrangiamento di Phillip Faber. Pernille Rosendahl, voce solista; DR PigeKoret; Henrik Dam Thomsen, violoncello; Phillip Faber, pianoforte e direzione.

Drømte mig en drøm i nat
om silke og ærlig pæl,
Bar en dragt så let og glat
i solfaldets strålevæld,
 nu vågner den klare morgen.

Til de unges flok jeg gik,
jeg droges mod sang og dans.
Trøstigt mødte jeg hans blik
og lagde min hånd i hans,
 nu vågner den klare morgen.

Alle de andre på os så,
de smilede, og de lo.
Snart gik dansen helt i stå,
der dansede kun vi to,
 nu vågner den klare morgen.

Drømte mig en drøm i nat
om silke og ærlig pæl.
Fjernt han hilste med sin hat
og grå gik min drøm på hæld,
 nu vågner den klare morgen.

Nebbia minimale

Ingram Marshall (10 maggio 1942 - 31 maggio 2022): Fog Tropes per sestetto di ottoni e suoni concreti (1980). John Marchiando e Mark Hyams, trombe; Nate Ukens e Rachael Brown, corni; Carson Keeble e Byron Herrington, tromboni; dir. David Felberg.

Discipulis hoc dicite

Samuel Scheidt (1587 - 1654): Surrexit Christus hodie, mottetto per doppio coro a 4 + 4 voci (pubblicato in Cantiones sacrae, 1620, p. 18) su testo di Albino di Angers. The Choir of Saint Thomas Church e Saint Thomas Brass, dir. John Scott.

Surrexit Christus hodie
Humano pro solamine,

Mortem qui passus pridie
Miserrimo pro homine.

Mulieres ad tumulum
Dona ferunt aromatum,

Quaerentes Iesum dominum
Qui est salvator hominum,

Album cernentes angelum
Annuntiantes gaudium:

Mulieres o tremulae,
In Galilaeam pergite,

Discipulis hoc dicite,
Quod surrexit rex gloriae.

Petro dehinc et ceteris
Apparuit apostolis.

In hoc Paschali gaudio
Benedicamus Domino.

Gloria tibi, Domine,
Qui surrexisti e morte.

Laudetur sancta Trinitas
Deo dicamus gratias.

Revecy venir du printemps

Claude Le Jeune (c1530 - 1600): Revecy venir du printemps, rondeau a 5 voci (1585) su testo di Jean-Antoine de Baïf. Suzie LeBlanc, soprano; Daniel Taylor, controtenore; Francis Colpron e Matthias Maute, flauti; Olivier Brault e Hélène Plouffe, violini; Susie Napper e Margaret Little, viole da gamba; Sylvain Bergeron, liuto; Vincent Dhavernas, percussioni.

Revecy venir du printemps,
l’amoureus’et bele saison.

Le courant des eaux recherchant
Le canal d’été s’éclaircit,
Et la mer calme de ces flots
Amollit le triste courroux.
Le canard s’egaye plongeant,
Et se lave coint dedans l’eau;
Et la grue qui fourche son vol,
Retraverse l’air et s’en va.

Le soleil éclaire luisant
D’une plus sereine clairté;
Du nuage l’ombre s’enfuit,
Qui se joue et court et noircit,
Et forêts et champs et coteaux.
Le labeur humain reverdit,
Et le pré découvre ses fleurs.

De Venus le fils Cupidon
l’univers semant de ses traits,
De sa flamme va réchaufer
Animaux qui volent en l’air,
Animaux qui rampent aux champs,
Animaux qui nagent aux eaux.
Ce qui mêmement ne sent pas,
Amoureux se fond de plaisir.

Rions aussi nous et cherchons
Les ébats et jeu du printemps.
Toute chose rit de plaisir
Célébrons la gaye saison.



Lo stesso brano adattato per ottoni e eseguito dal Saxon Brass Quintet.

Siate alla pugna accorti

Giovanni Giacomo Gastoldi (c1555 - 4 gennaio 1609): Amor vittorioso, «balletto» (madrigale) a 5 voci (1591). Ensemble Les Voix Animées.

Tutti venite armati
O forti miei soldati.
Fa la la.
Io son l’invitt’Amore
Giusto saettatore.
Non temete punto,
Ma in bella schiera uniti,
Me seguitate arditi.
Fa la la.

Sembrano forti heroi
Quei che son contra voi.
Ma da chi sa ferire,
Non si sapran schermire.
Non temete punto,
Ma coraggiosi e forti,
Siat’ a la pugna accorti.

[Lieti hor movete il piede,
Che vostre sian le prede.
Hor via feriam lo sdegno
Ch’ei de la vita è indegno.
Non temete punto,
Eterna sia la gloria
E certa è la vittoria.

Già morto giace in terra
Chi ci avea mosso guerra.
Or gli altri suoi seguaci
Tutti assaliamo, audaci.
Non temete punto:
Ecco ch’i non estinti
Fuggon già sparsi e vinti.]


Lo stesso brano in una reboante versione solo strumentale. Ensemble Tibicines, dir. Igino Conforzi.

GGG, Amor vittorioso