Tempus ex machina

 
Gérard Grisey (17 giugno 1946 - 1998): Tempus ex machina (1979). Les Percussions de Strasbourg.

Musica spettrale (musique spectrale) è una locuzione creata nel 1979 dal compositore e filosofo francese Hugues Dufourt per indicare un insieme di procedimenti compositivi che parte dall’analisi delle proprietà acustiche del suono (lo spettro sonoro), ossia dallo studio del timbro attraverso il mezzo elettronico. Si fa ricorso alla teoria dei segnali e all’uso di computer, mediante i quali è possibile indagare le caratteristiche fisiche del suono: analizzato e visualizzato attraverso spettrogrammi, lo spettro sonoro può essere riprodotto su una scala più ampia utilizzando strumenti musicali acustici e/o elettronici.
Oltre a Gérard Grisey, considerato capofila dello spettralismo in musica, e a Hugues Dufourt, hanno aderito a questa corrente autori come Iancu Dumitrescu, Georg Friedrich Haas, Michaël Lévinas, Magnus Lindberg, Fausto Romitelli, Tristan Murail, Horațiu Rădulescu, Kaija Saariaho, Claude Vivier.


Gérard Grisey

Poulenc: Suite française

Francis Poulenc (1899 - 1963): Suite française d’après Claude Gervaise (1935), versione per pianoforte eseguita in concerto da Alicia de Larrocha.

  1. Bransle de Bourgogne
  2. Pavane [1:31]
  3. Petite Marche militaire [3:45]
  4. Complainte [4:43]
  5. Bransle de Champagne [6:04]
  6. Sicilienne [7:47]
  7. Carillon [9:15]

Poulenc, il più sottovalutato dei compositori francesi del ‘900, compose la Suite française nel 1935 affinché fosse eseguita durante la rappresentazione del II atto del dramma La reine Margot di Édouard Bourdet. La suite consiste in una rielaborazione di alcuni brani tratti dai Livres de danceries pubblicati intorno al 1550 da Claude Gervaise: si tratta dunque di una serie di danze rinascimentali (bran[s]le, pavane, sicilienne), cui si aggiungono una “piccola marcia militare”, un carillon e una complainte (n. 4) che è l’unico pezzo interamente composto da Poulenc.


La medesima Suite nella versione per piccola orchestra. New Music Studium, dir. Antonio Plotino.

  1. Bransle de Bourgogne
  2. Pavane [1:23]
  3. Petite marche militaire [4:05]
  4. Complainte [5:10]
  5. Bransle de Champagne [6:30]
  6. Sicilienne [8:19]
  7. Carillon [10:05]

Infine, la trascrizione per pianoforte e quintetto di fiati realizzata da Katsuhisa Ohtaki nel 1992. Ensemble Orphée.

  1. Bransle de Bourgogne
  2. Pavane [1:31]
  3. Petite Marche militaire [4:14]
  4. Complainte [5:14]
  5. Bransle de Champagne [6:36]
  6. Sicilienne [8:58]
  7. Carillon [10:58]

Iannis Xenakis: À l’Île de Gorée

Iannis Xenakis (29 maggio 1922 - 2001): À l’Île de Gorée per clavicembalo e 12 strumenti (1986). Elisabeth Chojnacka, clavicembalo; Ensemble Xenakis.

Il brano nasce da una commissione dell’Ensemble Xenakis, il gruppo olandese specializzatosi nell’esecuzione della musica del compositore. Il clavicembalo, amplificato elettronicamente, ha funzione concertante.
Il titolo fa riferimento all’isola di Gorea, al largo del Senegal, un tempo centro del mercato degli schiavi, ed è così commentato da Xenakis: « Questo brano è un omaggio ai neri che, strappati a forza dalla loro terra e avviati all’atroce schiavitù, in certi Paesi “civilizzati” hanno saputo conquistare un posto di primo piano. In omaggio anche agli eroi e alle vittime nere dell’apartheid del Sud Africa, ultimo bastione del razzismo isterico ».

Pa-pa-pa-pa

Jean Françaix (23 maggio 1912 - 1997): Hommage à l’ami Papageno per pianoforte e 10 strumenti a fiato (1984). Con l’autore al pianoforte, il Bläser Ensemble Mainz diretto da Klaus Rainer Schöll.
Ennesima dichiarazione d’amore di Jean Françaix alla musica di Mozart.


Papageno secondo Emanuele Luzzati

Semitono fluttuante

Jean Françaix (23 maggio 1912 - 1997): Quasi improvvisando per ensemble di fiati (1978). Bläser Ensemble Mainz, dir. Klaus Rainer Schöll.

«Il direttore d’orchestra berlinese Heinz Zeebe mi aveva canticchiato Beliner Luft. Rientrato a Parigi, vorrei cantare il famoso refrain a mia moglie, ma non c’è verso di riportarlo alla mia mente! Ricordo solo che s’inizia con un semitono fluttuante. Nel corso della ricerca, approdo a una sinfonia di Beethoven, al Clavicembalo ben temperato di Bach (dopo una incursione in Per Elisa), all’Invitation à la valse di Weber, poi a una polacca di Chopin. Infine, in un trionfante crescendo, riesco a ritrovare la melodia di Paul Lincke, impreziosita da un ritmo di rumba cui si aggrappa in extremis il soggetto di una fuga bachiana, usato come controsoggetto. Ma questo interesserà solo agli iniziati…» (Jean Françaix)

Berliner Luft

Danze esotiche

Jean Françaix (23 maggio 1912 - 1997): Huit Danses exotiques, trascrizione per ensemble di fiati dall’originale per 2 pianoforti (1957, 1981). Bläser Ensemble Mainz, dir. Klaus Rainer Schöll.

  1. Pambiche
  2. Baiao [1:04]
  3. Nube gris [2:32]
  4. Merengue [3:47]
  5. Mambo [4:21]
  6. Samba lento [6:07]
  7. Malambeando [7:27]
  8. Rock’n’Roll [8:42]

«Delle mie Danses exotiques solo i ritmi sono autentici. Tutti i temi sono farina del mio sacco. Originariamente scritte per due pianoforti, le ho trascritte per fiati per l’ensemble di Klaus Rainer Schöll, su richiesta di quest’ultimo e nonostante le proteste di mia figlia Claude, insieme con la quale ho spesso eseguito le Danze in concerto. Mai trascrizione è stata tanto ardua: note e ritmi sgocciolano dappertutto, mettendo a dura prova i riflessi degli esecutori. Ma i componenti del Bläser Ensemble Mainz saranno sicuramente stati galvanizzati dai versi del grande Corneille:

À vaincre sans péril on triomphe sans gloire,

perché hanno trionfato su tutte le trappole. E ce n’erano! Così, aveva proprio ragione Molière quando diceva: “C’est une étrange enterprise de faire rire les honnêtes gens“» (Jean Françaix).

Mozart new-look

Wolfgang Amadeus Mozart (1756 - 1791): «Deh, vieni alla finestra» da Don Giovanni, atto II. Cesare Siepi.

Deh, vieni alla finestra, o mio tesoro,
Deh, vieni a consolar il pianto mio.
Se neghi a me di dar qualche ristoro,
Davanti agli occhi tuoi morir vogl’io!
Tu ch’hai la bocca dolce più del miele,
Tu che il zucchero porti in mezzo al core!
Non esser, gioia mia, con me crudele!
Lasciati almen veder, mio bell’amore!


Georges Bizet (1838-1875): «Près des remparts de Séville» (seguidilla) da Carmen, atto I. Maria Callas, con Nicolai Gedda.

Près des remparts de Séville
Chez mon ami Lillas Pastia,
J’irai danser la séguedille
Et boire du Manzanilla!
J’irai chez mon ami Lillas Pastia!
Oui, mais toute seule on s’ennuie,
Et les vrais plaisir sont à deux;
Donc pour me tenir compagnie
J’emmènerai mon amoureux!
Mon amoureux… il est au diable…
Je l’ai mis à la porte hier!
Mon pauvre coeur, très consolable,
Mon coeur est libre comme l’air!
J’ai des galants à la douzaine,
Mais ils ne sont pas à mon gré;
Voici la fin de la semaine:
Qui veut m’aimer? je l’aimerai!
Qui veut mon âme?… elle est à prendre!
Vous arrivez au bon moment!
Je n’ai guère le temps d’attendre,
Car avec mon nouvel amant,
Près des remparts de Séville
Chez mon ami Lillas Pastia,
J’irai danser la séguedille
Et boire du Manzanilla.


Jean Françaix (23 maggio 1912-1997): Mozart new-look, petite fantaisie pour contrebasse et instruments à vent sur la sérénade de Don Giovanni (1983). Enrico Fagone, contrabbasso; Orchestra della Svizzera Italiana.
Il tema mozartiano è accompagnato da citazioni della seguidilla dalla Carmen di Bizet — «afin de saupoudrer d’un peu de démocratie l’aristocratie du Maître salzbourgeois», spiega Françaix.

Musique pour faire plaisir – Poulenc & Françaix

Francis Poulenc (1899 - 1963): Valse in do maggiore, dall’Album des Six (1919). Pascal Rogé, pianoforte.


Poulenc: Élégie (1959). Güher e Süher Pekinel, pianoforti.


Poulenc: Mélancolie (1940). Pascal Rogé, pianoforte.


Poulenc: L’embarquement pour Cythère, valse-musette (1951). Vronsky & Babin, pianoforti.


Jean Françaix (23 maggio 1912 - 1997): Musique pour faire plaisir d’après Francis Poulenc pour 10 instruments à vent (1984). Bläser Ensemble Mainz, dir. Klaus Rainer Schöll.

1. Petite valse – Introduction
2. Élégie [2:10]
3. L’embarquement pour Cythère, grande valse démocratique [6:00]

«Francis Poulenc era impegnato nella composizione dei Dialogues des Carmelites quando mi chiese di orchestrare il suo Babar, histoire d’un petit éléphant : il dramma di Mme von Le Fort lo teneva lontano da ogni frivolezza. Forte di questa missione, ho subito accolto l’idea di Klaus Rainer Schöll di fare il recidivo, strumentando per il suo ensemble prima la Valse tratta dall’Album des Six ; poi la bella Élégie composta in memoria della contessa di Polignac, una delle più affascinanti dame parigine, figlia di Jeanne Lanvin, e inoltre eccellente interprete di romanze da camera, allieva come me di Nadia Boulanger; e infine L’embarquement pour Cythère – l’allusione al famoso dipinto di Watteau è assai ironica, perché in quel brano Poulenc fa riferimento a un ballo popolare sulle rive della Marna, dove le ninfe sono un po’ cialtroncelle e ancor più spudorate delle loro mitologiche antenate» (Jean Françaix).

Watteau - L'embarquement pour Cythère

I’ t’ho donato il cor

Magistro Rofino ovvero Francesco Patavino (c1478 - c1556): Un cavalier di Spagna, frottola a 3 voci (dall’Apografo Miscellaneo Marciano). Anonima Frottolisti.

Un cavalier di Spagna
cavalca per la via,
dal pe’ d’una montagna,
cantando per amor d’una fantina:
«Voltate in qua do bella donzellina
voltate un poco a me per cortesia,
dolce speranza mia ch’io moro per amor,
bella fantina,
i’ t’ho donato il cor.»

Appresso una fontana
Vidi sentar la bella
Soletta in terra piana
Con una ghirlanda di fresca herbecina.
«Voltate in qua do bella donzellina
Voltate un poco a me lucente stella.
Deh non m’esser ribella,
Chè moro per tuo amor.
Bella fantina,
i’ t’ho donato il cor.»

Godric canta

Tre composizioni attribuite a san Godric di Finchale (c1065 - 21 maggio 1170).



Sainte Nicolaes, Godes Druth. Paola Brancato, viella e canto; Marco Pasquino, arpa gotica.

Sainte Nicolaes, Godes druth,
Tymbre us faire scone hus;
At thi burth, at thi bare,
Sainte Nicolaes, bring us wel thare.
San Nicola, diletto da Dio,
prepara per noi belle dimore,
Alla nascita, alla morte,
San Nicola, portaci là in salvo.


Saintë Marië Virginë. Ensemble La Reverdie.

Saintë Marië Virginë,
Moder Iesu Cristes Nazarenë,
Onfo, schild, help thin Godric,
Onfong bring hegilich
With the in Godës riche.
Santa Maria Vergine,
Madre di Gesù Cristo di Nazareth,
Accogli, proteggi, soccorri il tuo Godric
E, quando l’avrai accolto, portalo
Solennemente con te nel regno di Dio.


Crist and Sainte Marie. Lumina Ensemble.

Kyrie eleison, Kyrie eleison.
Crist and Sainte Marie
Swa on scamel me iledde
That ich on this erthe ne silde
With mine bare footen itredde.
Kyrie eleison, Kyrie eleison
Christe eleison, Christe eleison.
Signore pietà, Signore pietà.
Cristo e Santa Maria
Mi hanno condotto a questo altare
In modo che io non tocchi la terra
Con i miei piedi scalzi.
Signore pietà, Signore pietà,
Cristo pietà, Cristo pietà.

Antidotum tarantulae

Una delle composizioni musicali che, secondo Athanasius Kircher (1602 - 1680), erano suonate nell’Italia meridionale, segnatamente in Puglia, al fine di curare i tarantolati; Kircher trascrisse il brano, adattato a 3 voci, nel trattato Magnes, sive De arte magnetica (1641) al f. 874, riprodotto qui sotto. Esegue l’ensemble Atrium Musicae de Madrid diretto da Gregório Paniagua.

Kircher, Magnes

Francesco Rasi nobile aretino

Francesco Rasi (14 maggio 1574 - 1621): Filli mia, Filli dolce (pubblicato in Madrigali di diversi autori per una voce e basso continuo, 1610); testo di Giovanbattista Strozzi il Vecchio (1505 - 1571). Vincenzo Manno, tenore; Ensemble Concerto, dir. Roberto Gini.

Fillia mia, Filli dolce,
O’ sempre nov’è più chiaro concento,
Quanta dolcezza sento
In sol Filli dicendo.
Io mi pur provo,
Né qui tra noi ritrovo
Né tra cieli armonia
Che del bel nome tuo
Più dolce sia.

Airs from Another Planet

Judith Weir (11 maggio 1954): Airs from Another Planet per flauto, oboe, clarinetto, fagotto, corno e pianoforte (1986). Ingrid Culliford, flsuto; Melinda Maxwell, oboe; David Rix, clarinetto; Dominic Morgan, fagotto; Alison Taylor, corno; Dominic Saunders, pianoforte; dir. Odaline de la Martinez.

  1. Strathspey and reel
  2. Traditional air [2:36]
  3. Jig [5:46]
  4. Bagpipe air, with drones [8:02]

Una tragedia greca – C’era una volta

 
Een griekse tragedie (Una tragedia greca, 1985) di Nicole van Goethem (1941 - 2000).
Nella parte conclusiva di questo adorabile cortometraggio (cui fu assegnato il Premio Oscar nel 1987), le cariatidi danzano al ritmo di una gioiosa volta (danza rinascimentale, lontana antenata del valzer) composta da William Brade.


 
William Brade (1560 - 1630): Robert Batemans Volta. Pražští žesťoví sólisté.


Nicole van Goethem

Balli a quattro voci

Giorgio Mainerio (c1535 - 4 maggio 1582): cinque danze dal Primo Libro de balli a quatro voci accommodati per cantar et sonar d’ogni sorte de instromenti (1578). Early Music Consort of London, dir. David Munrow.

  1. Pass’e mezzo della paganina
  2. Ballo francese [1:38]
  3. La lavandara [2:32]
  4. L’arboscello, ballo furlano [3:49]
  5. La zanetta [5:15]

Mainerio: Schiarazula marazula, ballo a 4 voci (op. cit.). Ensemble Trictilla e Lucia Sciannimanico.
Si tratta di un ballo friulano le cui origini si perdono nel Medioevo. Era cantato sopra un testo di cui, a parte le due parole che ne costituiscono il titolo, si è persa ogni traccia, ma in documento del 1624 si attesta che il ballo e il canto erano eseguiti per evocare la pioggia.

Scales

Christophe Bertrand (24 aprile 1981 - 2010): Scales per ensemble (2 flauti, 2 oboi, 2 clarinetti, 2 fagotti, 2 corni, 2 trombe, 2 tromboni, 1 percussionista, 3 pianoforti, 3 violini, 2 viole, 2 violoncelli e 1 contrabbasso; 2008-09). Ensemble Intercontemporain, dir. Matthias Pintscher.

(foto di Pascale Srebnicki, 2008)

Una vita piena di solitudine

Claude Vivier (14 aprile 1948 - 1983): Lettura di Dante per soprano e 7 strumenti (1973-74). Pauline Vaillancourt, soprano; Ensemble de la Société de musique contemporaine du Québec, dir. Serge Garant.

« Dédiée à Peter Eötvös, musicien du groupe de Stockhausen que j’ai connu lors de mon séjour à Cologne, cette musique tend vers une sensibilité nouvelle, sensibilité que j’ai toujours perçue chez les délaissés (à Montréal, les robineux) depuis ma naissance. Aussi cette beauté et cette pureté que les vieux et les enfants m’inspirent, ou encore ce côtoiement de la mort que mon père et ma mère m’ont toujours imposé. Vision d’un monde inaccessible dans une vie où l’argent et le pouvoir mènent tout. Une vie pleine de solitude » (Claude Vivier).

21 marzo, Giornata europea della musica antica

Claudio Monteverdi (1567 - 1643): Sì dolce è ‘l tormento, aria per voce e basso continuo SV 332 (1624); Carlo Vistoli, controtenore; ensemble Sezione Aurea, dir. Filippo Pantieri.

Sì dolce è ‘l tormento che in seno mi sta,
Ch’io vivo contento per cruda beltà.
Nel ciel di bellezza
S’accreschi fierezza
Et manchi pietà,
Che sempre qual scoglio
All’onda d’orgoglio
Mia fede sarà.

La speme fallace rivolgami il piè
Diletto né pace non scendano a me:
E l’empia ch’adoro
Mi nieghi ristoro
Di buona mercé:
Tra doglia infinita
Tra speme tradita
Vivrà la mia fé.

Per foco e per gelo riposo non ho,
Nel porto del Cielo riposo haverò.
Se colpo mortale
Con rigido strale
Il cor m’impiagò,
Cangiando mia sorte
Col dardo di morte
Il cor sanerò.

Se fiamma d’amore giammai non sentì
Quel rigido core che ‘l cor mi rapì.
Se niega pietate
La cruda beltate che l’alma invaghì.
Ben fia che dolente,
Pentita e languente
Sospirimi un dì.

Carlo Vistoli è Early Music Day Ambassador per il 2022.

Revecy venir du printemps

Claude Le Jeune (c1530 - 1600): Revecy venir du printemps, rondeau a 5 voci (1585) su testo di Jean-Antoine de Baïf. Suzie LeBlanc, soprano; Daniel Taylor, controtenore; Francis Colpron e Matthias Maute, flauti; Olivier Brault e Hélène Plouffe, violini; Susie Napper e Margaret Little, viole da gamba; Sylvain Bergeron, liuto; Vincent Dhavernas, percussioni.

Revecy venir du printemps,
l’amoureus’et bele saison.

Le courant des eaux recherchant
Le canal d’été s’éclaircit,
Et la mer calme de ces flots
Amollit le triste courroux.
Le canard s’egaye plongeant,
Et se lave coint dedans l’eau;
Et la grue qui fourche son vol,
Retraverse l’air et s’en va.

Le soleil éclaire luisant
D’une plus sereine clairté;
Du nuage l’ombre s’enfuit,
Qui se joue et court et noircit,
Et forêts et champs et coteaux.
Le labeur humain reverdit,
Et le pré découvre ses fleurs.

De Venus le fils Cupidon
l’univers semant de ses traits,
De sa flamme va réchaufer
Animaux qui volent en l’air,
Animaux qui rampent aux champs,
Animaux qui nagent aux eaux.
Ce qui mêmement ne sent pas,
Amoureux se fond de plaisir.

Rions aussi nous et cherchons
Les ébats et jeu du printemps.
Toute chose rit de plaisir
Célébrons la gaye saison.



Lo stesso brano adattato per ottoni e eseguito dal Saxon Brass Quintet.

Damigella tutta bella

Claudio Monteverdi (1567 - 1643): Damigella tutta bella, madrigale a 3 voci e strumenti (pubblicato in Scherzi musicali a 3 voci, 1607, n. 6); testo di Gabriello Chiabrera. Philippe Jaroussky e Nuria Rial, voci; ensemble l’Arpeggiata, dir. Christina Pluhar.


Vincenzo Calestani (10 marzo 1589 - p1617): Damigella tutta bella, aria per 1 voce e basso continuo (pubblicata in Madrigali et arie per sonare et cantare nel chitarrone leuto o clavicembalo a una, e due voci, 1617). Zachary Wilder e Emiliano Gonzalez Toro, tenori; ensemble I Gemelli, dir. Emiliano Gonzalez Toro.

Damigella
tutta bella
versa, versa quel bel vino,
fa’ che cada
la rugiada
distillata di rubino.

Ho nel seno
rio veneno
che vi sparse Amor profondo,
ma gittarlo
e lasciarlo
vo’ sommerso in questo fondo.

Damigella
tutta bella
di quel vin tu non mi sazi,
fa’ che cada
la rugiada
distillata di topazi.

Ah, che, spento,
io non sento
il furor de gl’ardor miei,
men cocenti,
meno ardenti
sono, ohimè, gli incendi etnei.

Nova fiamma
più m’infiamma,
arde il cor foco novello,
se mia vita
non s’aita,
ah, ch’io vengo un Mongibello.

Ma più fresca
ogn’ hor cresca
dentro me sì fatta arsura,
consumarmi
e disfarmi
per tal modo ho per ventura.

La Canarie

Michael Praetorius (ovvero Schultheiß; 1571 - 15 febbraio 1621): La Canarie (da Terpsichore, Musarum Aoniarum, 1612, n. 31). Eduardo Antonello esegue tutte le parti.

Canaria o canario (anche canarie, canary) è una danza rinascimentale ispirata da una forma tradizionale propria delle isole Canarie, probabilmente quella nota come tajaraste. Era molto diffusa in Europa fra Cinque e Seicento, tanto che venne menzionata anche da Shakespeare (in Pene d’amor perdute, in Tutto è bene quel che finisce bene e nelle Allegre comari di Windsor). Di andamento rapido, in ritmo ternario o doppio ternario, soddisfaceva la tendenza esotizzante della società del tempo con la bizzarria dei suoi movimenti, che alternavano saltelli e passi martellati (tacco e punta).
Viene menzionata per la prima volta nel Libro de Música de vihuela (1552) di Diego Pisador, che però non la descrive come una danza bensì come un canto funebre (endecha de canario). I più antichi esempi musicali si trovano nei trattati di danza della fine del Cinquecento. Nel Ballarino (1588) Fabrizio Caroso la pone a conclusione della coppia gagliarda-saltarello (o rotta); ne dà inoltre una descrizione completa, come danza autonoma, articolata in sei mutanze (serie di figure). Tanto Thoinot Arbeau nell’Orchésographie (1588) quanto padre Marin Mersenne nell’Harmonie universelle (1636) ne sottolineano il carattere selvaggio. Compare anche nelle Nuove inventioni di balli (1604) di Cesare Negri.
Caduta in disuso, come danza, nella seconda metà del Seicento, entrò tuttavia a far parte della suite strumentale e fu accolta anche nell’opera: se ne possono trovare esempi in composizioni di Jacques Champion de Chambonnières e di François Couperin, nelle Pièces de clavessin op. II (1669) di Johann Caspar Ferdinand Fischer, nel Suavioris harmoniae instrumentalis hyporchematicae Florilegium (1ª parte, 1695) di Georg Muffat e ancora in lavori di Jean-Baptiste Lully, Johann Kusser, Georg Philipp Telemann e Jan Dismas Zelenka, e inoltre nella semi-opera tragicomica in cinque atti di Henry Purcell The Prophetess, or The History of Dioclesian (1695).
Occasionalmente, il ritmo e l’andamento propri di questa danza si trovano in composizioni più recenti, come per esempio la suite Ballet de cour (1901-04) di Gabriel Pierné.
(Testo tratto dal Dizionario di musica della Utet [DEUMM], riveduto e ampliato.)


Dindirindin

Anonimo (fine sec. XV-inizio XVI): Dindirindin, villancico a 4 voci, dal Cancionero de Palacio (n. 359). Capella de Ministrers, dir. Carles Magraner.
Nel testo si alternano parole in francese, in provenzale e in catalano.

  Dindirin danya, dindirindin.
Je me levé un bel maitin,
Matineta per la prata;
encontré le ruyseñor,
que cantaba so la rama,
dindirindin.
  Dindirin danya, dindirindin.
Encontré le ruyseñor,
que cantaba so la rama.
«Ruyseñor, le ruyseñor,
facteme aquesta embaxata,
dindirindin.»
  Dindirin danya, dindirindin.
«Ruyseñor, le ruyseñor,
facteme aquesta embaxata,
y digalo a mon ami
que je ya só maritata,
dindirindin.»
  Dindirin danya, dindirindin.
  Dindirin danya, dindirindin.
Mi alzai un bel mattino,
mattinata nel prato;
incontrai l’usignolo,
che cantava sul ramo,
dindirindin.
  Dindirin danya, dindirindin.
Incontrai l’usignolo,
che cantava sul ramo.
«Usignolo, usignolo,
fammi questa ambasciata,
dindirindin.»
  Dindirin danya, dindirindin.
«Usignolo, usignolo,
fammi questa ambasciata,
e dillo al mio amico
ch’io son già maritata,
dindirindin.»
  Dindirin danya, dindirindin.


L’Ensemble Epsilon l’esegue più lentamente.

Voi che sapete amare un amico

Martim Codax (sec. XIII): Quantas sabedes amar amigo, cantiga. Interpreti: Montserrat Figueras, Jordi Savall, Arianna Savall, Ferran Savall, Pedro Estevan.

Quantas sabedes amar amigo
treydes comig’ a lo mar de Vigo:
e banhar nos emos nas ondas!


Quantas sabedes amar amado
treydes comig’ a lo mar levado:
e banhar nos emos nas ondas!


Treydes comig’ a lo mar de Vigo
e veeremo lo meu amigo:
e banhar nos emos nas ondas!


Treydes comig’ a lo mar levado
e veeremo lo meu amado:
e banhar nos emos nas ondas!
Tutte voi che sapete amare un amico
venite con me al mare di Vigo:
e andremo a bagnarci nell’onde!


Tutte voi che sapete amare l’amato
venite con me al mare agitato:
e andremo a bagnarci nell’onde!


Venite con me al mare di Vigo
e vedremo il mio amico:
e andremo a bagnarci nell’onde!


Venite con me al mare agitato
e vedremo il mio amato:
e andremo a bagnarci nell’onde!

Siate alla pugna accorti

Giovanni Giacomo Gastoldi (c1555 - 4 gennaio 1609): Amor vittorioso, «balletto» (madrigale) a 5 voci (1591). Ensemble Les Voix Animées.

Tutti venite armati
O forti miei soldati.
Fa la la.
Io son l’invitt’Amore
Giusto saettatore.
Non temete punto,
Ma in bella schiera uniti,
Me seguitate arditi.
Fa la la.

Sembrano forti heroi
Quei che son contra voi.
Ma da chi sa ferire,
Non si sapran schermire.
Non temete punto,
Ma coraggiosi e forti,
Siat’ a la pugna accorti.

[Lieti hor movete il piede,
Che vostre sian le prede.
Hor via feriam lo sdegno
Ch’ei de la vita è indegno.
Non temete punto,
Eterna sia la gloria
E certa è la vittoria.

Già morto giace in terra
Chi ci avea mosso guerra.
Or gli altri suoi seguaci
Tutti assaliamo, audaci.
Non temete punto:
Ecco ch’i non estinti
Fuggon già sparsi e vinti.]


Lo stesso brano in una reboante versione solo strumentale. Ensemble Tibicines, dir. Igino Conforzi.

GGG, Amor vittorioso