Antonio Vivaldi (4 marzo 1678 - 1741): Concerto in mi bemolle maggiore per 2 violini, archi e basso continuo RV 515. Riccardo Minasi e Dmitrij Sinkovskij, violini; Il Pomo d’Oro.
- Allegro
- Largo [4:15]
- Allegro [7:25]
Antonio Vivaldi (4 marzo 1678 - 1741): Concerto in mi bemolle maggiore per 2 violini, archi e basso continuo RV 515. Riccardo Minasi e Dmitrij Sinkovskij, violini; Il Pomo d’Oro.
Antonio Vivaldi (1678 - 1741): Concerto in fa maggiore per flauto, archi e basso continuo op. 10 n. 1, RV 433, La tempesta di mare (1729). Sir James Galway, flauto; I Solisti Veneti, dir. Claudio Scimone (1934 - 6 settembre 2018).
Antonio Vivaldi (1678 - 28 luglio 1741): Concerto in la minore per 2 violini, archi e continuo op. 3 (L’estro armonico, 1711) n. 8, RV 522. Ensemble Tafelmusik, dir. Jeanne Lamon.
Johann Sebastian Bach (1685 - 28 luglio 1750): Concerto in la minore per organo BWV 593, trascrizione del Concerto RV 522 di Vivaldi. Simon Preston.
Le Quattro stagioni di Vivaldi ri-composte da Max Richter (22 marzo 1966). Daniel Hope, violino solista; Ensemble LPR, dir. Tito Muñoz; con la partecipazione dell’autore.
Antonio Vivaldi (4 marzo 1678 - 1741): Concerto in si bemolle maggiore per violino, archi e basso continuo RV 367. Concerto Italiano, dir. Rinaldo Alessandrini.
Antonio Vivaldi (1678 - 1741): Concerto in mi minore per violoncello, fagotto, archi e basso continuo RV 409. Francesco Galligioni, violoncello; L’Arte dell’Arco, dir. Federico Guglielmo.
Vincenzo Righini (1756 - 19 agosto 1812): Placido zeffiretto, arietta per voce e strumento a tastiera su testo di Pietro Metastasio (con alcune varianti). Patrice Michaels Bedi, soprano; David Schrader, fortepiano.
Placido zeffiretto,
Se trovi il caro oggetto
Digli che sei sospiro;
Ma non gli dir di chi.
Limpido ruscelletto,
Se trovi il caro oggetto
Digli che pianto sei,
Ma non le dir qual ciglio
Crescer ti fè cosi.
Antonio Vivaldi (1678 - 1741) : «Placido zeffiretto», aria (n. 3) dalla cantata T’intendo, si mio cor per soprano e basso continuo RV 668 sul medesimo testo del Metastasio. Rossana Bertini, soprano; Modo Antiquo, dir. Federico Maria Sardelli.
Placido zeffiretto,
Se trovi il caro oggetto/bene
Dille che sei sospiro;
Ma non le dir di chi.
Limpido ruscelletto,
Se mai t’ incontri in lei,
Dille che pianto sei,
Ma non le dir qual ciglio
Crescer ti fè cosi.
Vincenzo Righini
Nicolas Chédeville (1705 - 6 agosto 1782): Sonata in sol minore per oboe e continuo, n. 6 della raccolta Il pastor fido (pubblicata nel 1737 come op. 13 di Antonio Vivaldi). Paul Goodwin, oboe; Nigel North, arciliuto e chitarra barocca; Susan Sheppard, violoncello; Frances Eustace, fagotto; John Toll, clavicembalo e organo.
Antonio Vivaldi (1678 - 28 luglio 1741): Concerto in re minore per violino, archi e basso continuo RV 249, n. 8 della raccolta La Stravaganza op. 4 (1716). Concerto Italiano, dir. Rinaldo Alessandrini.
Antonio Vivaldi (1678 - 28 luglio 1741): Concerto in fa maggiore per oboe, archi e continuo RV 457. Ensemble Silente Venti!; Simone Toni, oboe e direzione.
Johann Sebastian Bach (1685 - 28 luglio 1750): Concerto in fa maggiore per oboe, archi e continuo BWV 1053R. Café Zimmermann.
La partitura originale è perduta: il concerto è stato ricostruito sulla base delle cantate Gott soll allein mein Herze haben BWV 169 (il I e il II movimento del concerto corrispondono alla I e alla V parte della cantata) e Ich geh’ und suche mit Verlangen BWV 49 (l’ultimo movimento del concerto corrisponde alla I parte della cantata).
Giuseppe Sarti (1729 - 28 luglio 1802): Sonata n. 4 in sol maggiore per oboe e continuo. Giuseppe Piccinino, oboe; Roberto Cognazzo, clavicembalo.
Antonio Vivaldi (1678 - 1741): Concerto in si minore per quattro violini, violoncello, archi e basso continuo op. 3 (L’estro armonico, 1711) n. 10, RV 580. Il Giardino Armonico, dir. Giovanni Antonini.
Johann Sebastian Bach (1685 - 1750): Concerto in la minore per 4 clavicembali e archi BWV 1065 (c1730), trascrizione del Concerto RV 580 di Vivaldi, trasposto un tono sotto. Versione per 4 pianoforti e archi, con interpreti di grande rilievo: Martha Argerich, Evgenij Kisin, James Levine e Michail Pletnëv ai pianoforti; l’orchestra d’archi è costituita da Renaud Capuçon, Sarah Chang, Ilja Gringol’c, Gidon Kremer, Vadim Repin, Dmitrij Sitkoveckij, Christian Tetzlaff e Nikolaj Znaider, violini; Jurij Bašmet e Nobuko Imai, viole; Mischa Maisky e Boris Pergamenščikov, violoncelli; Patrick de Los Santos, contrabbasso. Registrato a Verbier, Canton Vallese, il 22 luglio 2002.
Heinz Holliger (21 maggio 1939): Studie II per oboe (1981). Tamás Bartók.
Antonio Vivaldi (1678 – 1741): Concerto in do maggiore per oboe e archi RV 447. Heinz Holliger, oboe; I Musici, dir. Klaus Thunemann.
In musica, onomatopea è detto (non molto propriamente, per la verità) ogni artificio tendente a riprodurre, con la voce o con gli strumenti, rumori e suoni non musicali. Le Quattro Stagioni, si sa, contengono un vasto campionario di onomatopee. Vivaldi però — forse questo è meno noto — non fu il primo compositore a cimentarvisi.
Un primo esempio di onomatopea musicale consiste nell’imitazione del verso del cuculo in un brano polivocale inglese anonimo, databile intorno al 1240-50, noto come Sumer is icumen in (è detto anche «rota di Reading» in quanto il manoscritto in cui è copiato proviene dall’omonima città del Berkshire). Si tratta di un canone (rota) a sei voci, il più antico di cui si abbia notizia; si evolve nel modo lidio, assimilabile al moderno fa maggiore, e in tempus perfectum (ritmo ternario), fluente e ben cadenzato: grazie a queste caratteristiche risulta assai gradevole anche alle orecchie più refrattarie alle polifonie arcaiche. Fra Sumer is icumen in e il Catalogue d’oiseaux di Olivier Messiaen intercorrono settecento anni. Sette secoli di composizioni musicali ispirate dal canto degli uccelli: l’elenco è cospicuo. |
Sumer is icumen in eseguito dallo Hilliard Ensemble |
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Il compositore rinascimentale francese Clément Janequin (c1485 - 1558) dedicò una chanson all’allodola, un’altra all’usignolo, e all’intera fauna avicola quella che forse è la più famosa di tutte: Resveillez vous, cueurs endormis, meglio nota per l’appunto come le Chant des oyseaulx. I testi di questi brani contengono moltissime onomatopee di gusto quasi futurista: Ti ti pity, chou thi thouy Giusto per completare il quadro, Janequin mise in musica altresì il chiacchiericcio delle comari (le Caquet des femmes), suoni e rumori di una spedizione venatoria (la Chasse), l’animazione delle strade di una grande città (les Cris de Paris), e le concitate fasi d’una famosa battaglia (la Guerre ovvero la Bataille de Marignan). |
Resveillez vous, cueurs endormis (le Chant des oyseaulx) di Janequin eseguito dall’Ensemble «Clément Janequin» La Guerre (la Bataille de Marignan) di Janequin |
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Dei pennuti che hanno prestato la propria voce alla musica, il cuculo è fra quelli che vantano un gran numero di presenze, tanto da comprimario quanto da solista virtuoso. Dopo aver partecipato ai festeggiamenti per il ritorno dell’estate in Sumer is icumen in, accompagna alla conclusione le Chant des oyseaulx, apparentemente dando un senso di pace alla chiusa del brano, ma in realtà con intento malizioso: in questa chanson d’amore, ultimo viene il cocu («la femelle de cet oiseau ayant une reputation d’infidelité», attesta il Dictionnaire Larousse). Poi fa qualche apparizione più o meno fugace in famose sinfonie, come per esempio la Pastorale di Beethoven, la Prima di Mahler e perfino la Sinfonia dei giocattoli ovvero Berchtoldgaden Musick, composta a quanto si dice da Edmund Angerer (1740 - 1794), monaco benedettino del convento di Fiecht, nel Tirolo. Il cucù ha un ruolo da coprotagonista in un concerto di Händel per organo e orchestra, detto The Cuckoo and the Nightingale, nonché nel Carnaval des animaux. Saint‑Saëns pone il cucù «in fondo al bosco»: un severo corale, eseguito dai pianisti, è infatti punteggiato dagli interventi del perfido volatile, il cui verso è affidato a un clarinetto suonato en coulisse, cioè dietro le quinte. |
Johann Kaspar Kerll (1627-1693): Capriccio sopra il cucù; Capricciata e Contrappunto bestiale alla mente di Banchieri; |
[continua]
Scritto nel 1994, riveduto, ampliato e dedicato a Emyly Cabor di Riva Ombrosa.
Antonio Vivaldi (4 marzo 1678 – 1741): Nulla in mundo pax sincera, mottetto per soprano, due violini, viola e basso continuo RV 630. Emma Kirkby, soprano; Academy of Ancient Music, dir. Christopher Hogwood.
Aria
Nulla in mundo pax sincera
sine felle; pura et vera,
dulcis Jesu, est in te.
Inter poenas et tormenta
vivit anima contenta
casti amoris sola spe.
Recitativo
Blando colore oculos mundus decepit
at occulto vulnere corda conficit;
fugiamus ridentem, vitemus sequentem,
nam delicias ostentando arte secura
vellet ludendo superare.
Aria
Spirat anguis
inter flores et colores
explicando tegit fel.
Sed occulto factus ore
homo demens in amore
saepe lambit quasi mel.
Alleluia.